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Led Zeppelin: la storia del disastroso concerto con Phil Collins

Nel corso di una recente intervista, l’ex batterista dei Genesis racconta il suo punto di vista sulla disastrosa esperienza che l’ha visto sul palco insieme ai Led Zeppelin in occasione della loro famigerata reunion del 1985 al Live Aid. “Avrei voluto alzarmi e andare via dal palco”, spiega. Lo show vide i membri sopravvissuti della band, Jimmy Page, Robert Plant e John Paul Jones, unire le forze con Phil Collins e Tony Thompson alla batteria e col bassista Paul Martinez. L’esibizione venne compromessa in particolar modo a causa della sporadicità con cui vennero eseguite le prove, da una pessima strumentazione e dalla stanchezza di Robert Plant.

“Suonavo le tracce di batteria sui brani da solista di Robert Plant quando mi chiese se avessi partecipato o meno al Live Aid. Ovviamente risposi di si, così lui mi disse che avrebbe voluto unirisi, ma che gli organizzatori non vedessero di buon occhio lui e i Led Zeppelin in particolare, così mi propose di organizzare qualcosa con Jimmy (Page). Pensai che sarebbe stato grandioso. Poco dopo Sting mi chiamò, facendomi la stessa proposta. Harvey Smith, il promoter britannico dell’evento mi disse che non ci sarebbero stati problemi se fossi stato in grado di gestire al meglio le due cose”. Con queste parole, Phil Collins ha spiegato la nascita dell’iniziativa.

Phil Collins e le tensioni coi Led Zeppelin

Phil Collins ha rivelato di aver deliberatamente deciso di non unirsi alle prove prima del concerto; esprimendo la volontà di voler salire direttamente sul palco. “Ero abituato a suonare con altri batteristi. Avevo ascoltato la loro musica prima di raggiungerli e avevo assistito ad un loro concerto. Pensavo che me la sarei cavata, ma Jimmy Page piantò i piedi per terra, provai a suonare Stairway To Heaven, ma Jimmy mi interrompeva in continuazione. Non riuscivo a suonare come lui avrebbe voluto. Tony si esercitava da settimane e non aveva alcuna intenzione di farsi rubare la scena da me solo perché ero famoso. Se fossi andato via, nessuno mi avrebbe chiesto di tornare;era chiaro che non avessero bisogno di me.

Se fossi uscito di scena nel corso del concerto, oggi ne staremmo ancora parlando, a distanza di oltre 30 anni. Fu per questo che decisi di restare. Dopo il concerto fummo intervistati da MTV e Robert fu molto cordiale. Jimmy Page scagliò aspre critiche contro di me. Esordì esclamando che, nonostante uno dei batteristi avesse attraversato l’oceano per suonare con i Led Zeppelin, questi non si era neanche degnato di studiare le canzoni. Andai su tutte le furie. La causa principale della mia rabbia fu il fatto che, spesso, le provocazioni feriscono al punto da distorcere la realtà. A volte pensi di essere ciò che le persone dicono tu sia e questo fa male.

Il punto di vista di Phil Collins sul suo ruolo nei Genesis

Toccando altri punti dell’intervista, Phil Collins ha rivelato quanto sia stato traumatico diventare il cantante dei Genesis dopo 5 anni alla batteria, nel 1975. “Mi sono sentito troppo esposto. Avrei voluto vivere la mia carriera dietro la sicurezza di un’enorme batteria. Improvvisamente, non ci fu nient’altro che l’asta di un microfono. In quella posizione anche la band sembra suonare in modo completamente diverso. Percepisci un bilanciamento sonoro completamente diverso e non è per niente confortante. Francamente, non avrei voluto farlo.

Quando gli viene chiesto il perché, Collins replica rivelando quanto fosse frustrante provinare cinque o sei persone al giorno, insegnandogli i vecchi brani alla batteria e ascoltando gli arrangiamenti proposti per le nuove idee. “Alla fine suonavo sempre meglio di chiunque altro. I Genesis erano come una famiglia – aggiunge – ci chiedevamo spesso se volessimo accogliere altre persone, se fossero tagliate per il ruolo designato. Comunque sia, non trovammo nessuno e decidemmo che sarei rimasto dietro le pelli”.

 

 

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