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Red hot chili peppers, “prendevamo una droga più pesante dell’eroina”

Numerose band rock hanno avuto a che fare con la droga durante il loro percorso musicale. Tra queste, non fanno eccezione i Red Hot Chili Peppers, che nel passato hanno assunto prodotti anche piuttosto pericolosi per la loro salute. Chi racconta una vicenda del genere è il bassista Flea, autentica anima di un complesso che continua a lanciare successi apprezzati a livello globale.

Un passato all’insegna delle droghe pesanti

In tempi recenti, Flea ha pubblicato un’autobiografia intitolata Acid For The Children, nella quale ha ovviamente parlato di numerosi aspetti relativi alla sua vita. Un racconto molto importante riguarda l’assunzione di una droga molto più potente dell’eroina insieme al frontman della sua band, Anthony Kiedis. Il bassista ne parla nel capitolo denominato Here Come The Geezenslavs.

Il musicista ha parlato di un sistema con il quale lui ed Anthony riuscivano a raggirare persino i farmacisti. Il motivo? Come spiega Flea, era “farsi dare siringhe con le quali ci iniettavamo la cocaina”. L’obiettivo è quello di dare di vita ad un effetto piuttosto veemente con una certa velocità. Ad ogni modo, il bassista è riuscito ad allontanarsi da determinate problematiche a differenza di altri due membri dei Red Hot Chili Peppers, ossia il già citato Kiedis e John Frusciante. Questi ultimi, purtroppo, hanno avuto a che fare con la tossicodipendenza nel corso degli anni ’90.

Il rapporto di Flea con la dipendenza dalla droga

Nonostante alcune situazioni alquanto pericolose, Flea ha dichiarato di non essere “mai diventato davvero dipendente dalle droghe”. Anche nei periodi più difficili della sua esistenza, è riuscito a mantenersi abbastanza integro dal punto di vista fisico, nonostante abbia sperimentato le sostanze stupefacenti in maniera estrema e a farsi molto male da solo. “Ho voluto scrivere della follia e dell’assurdità che ho vissuto perché rappresentano buona parte della mia esistenza dannata”, così parla il musicista, tornando a riferirsi alla sua autobiografia.

“Non sono certo orgoglioso di ciò che ho fatto, – aggiunge Flea – ma sono consapevole che anche eventi del genere hanno contribuito a formare la mia persona. Ho iniziato ad utilizzare droghe quando ero estremamente giovane e ho sprecato troppe energie nella loro ricerca, nell’utilizzo e nella conseguente ripresa”. Nonostante le mille peripezie sfortunate, il bassista è stato capace di mantenersi a galla e ancora oggi è una colonna portante dei progetti musicali della sua band.

Nel corso degli anni successivi, una sorte positiva ha riguardato anche Anthony e John, che sono così riusciti a sopravvivere alla tossicodipendenza. L’attenzione dei Red Hot Chili Peppers è rivolta alla loro apparizione al Firenze Rocks, fissata per il prossimo 13 giugno. Inoltre, la band rock ha tutta l’intenzione di lanciare un nuovo album, il primo dal ritorno definitivo del chitarrista John Frusciante. L’attesa tra milioni di fan continua a salire.

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