Spesso, può sembrare che pesi immani come scandali e tragedie possano scivolare addosso alle imponenti figure della musica, soprattutto quando parliamo di alcune tra le personalità più emblematiche del Rock. Ne è un esempio lampante la volta in cui Ozzy Osbourne decapitò un pipistrello nel corso di un concerto, uscendo indenne dalle accuse dei tabloid in giro per il mondo. Artisti di fama internazionale che confessano atti indicibili, come Johnny Cash che dichiarò apertamente di aver sparato ad un uomo solo per vederlo morire. La domanda quindi sorge spontanea.
Ci si chiede come sia possibile che degli artisti riescano a stroncare la loro carriera attraverso atti dalla dubbia morale, ma comunque, la maggior parte delle volte, di portata minore rispetto agli episodi sopracitati? Qual è, quindi, il limite invalicabile di una celebrità per preservare il proprio status? Com’è possibile raggiungere punti di rottura talmente deplorevoli?Possiamo sicuramente affermare che il contesto culturale in cui verte la società nel periodo in cui vengono commessi i fatti, unito alla mistificazione che, determinate figure subiscono; possano coadiuvare ampiamente a non intaccare la propria carriera nel Rock.
I fatti del Principe delle Tenebre sopravvengono, in ogni caso, dall’ammontare spropositato di stereotipi che aleggiavano e che, ad oggi, non lasciano comunque andare il mito dei Black Sabbath e, di Ozzy Osbourne, in particolare. In questa classifica abbiamo raccolto 5 momenti in particolare che hanno irrimediabilmente compromesso le carriere di alcuni grandi nomi della musica Rock.
5) Jerry Lee Lewis presenta sua moglie al mondo
Nel 1958, la carriera di Jerry Lee Lewis era ormai alle stelle. L’artista statunitense era riuscito a portare la sua musica oltreoceano, firmando contratti stellari per esibirsi in lunghi tour in giro per il mondo. In quel periodo, Lewis era impegnato in Gran Bretagna e decise di portare sua moglie con sé. Fino ad allora, il pianista aveva tenuto nascosto il suo matrimonio. Jerry Lee, al tempo, era sposato con Myra Gail Lewis, sua cugina di 13 anni.
La stampa inglese aggredì prepotentemente l’artista che fu costretto a dichiarare più volte il falso riguardo l’età della compagna. Ciò nonostante, la carriera di Jerry Lee Lewis trovò il suo culmine a causa della pressione insistente dei tabloid. Il suo tour in Gran Bretagna venne cancellato, l’ hotel nel quale alloggiava in quell’occasione lo cacciò in malo modo e, al suo ritorno negli Stati Uniti, scoprì di essere stato rimosso dalle classifiche e che i suoi brani non sarebbero più stati trasmessi in radio.
4) La detenzione di stupefacenti di Chuck Berry
Ciò che, per certi versi, riuscì a salvare Chuck Berry dall’oblio fu che la sua carriera aveva già toccato il suo massimo quando la polizia perquisì casa sua nel 1990. Gli agenti sequestrarono 130 mila dollari in contanti, grosse quantità di Hashish e Marijuana ed una serie di filmati amatoriali compromettenti. Diverse donne accusarono il chitarrista di molestie in quegli anni, sembrerebbe che Berry avesse installato delle video camere in casa sua e in un ristorante di sua proprietà dalle quali traeva il materiale sequestrato. I capi d’imputazione relativi alle violenze decaddero e il musicista riuscì a scontare solo una pena per possesso di stupefacenti. Chuck Berry dovette sostenere una spesa pari ad un milione e 200 mila dollari in termini legali. Per lungo tempo, nessuno si dimostrò più interessato ad assistere ai suoi concerti o ad ascoltare la sua musica.
3) Sinead O’ Connor si schiera contro i cattolici in diretta televisiva
Nel 1992, l’artista distrusse una foto del papa al Saturday Night Live con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo agli abusi sui minori perpetrati dalla comunità ecclesiastica in quel tempo. Gli Stati Uniti non percepirono la provocazione nel modo sperato, scagliandosi ferocemente contro Sinead che, di li a poco, fu costretta ad annunciare il suo ritiro temporaneo dalle scene. Ad oggi, l’opinione pubblica è relativamente più aperta nei confronti di tematiche tanto delicate, verrebbe da pensare che se la cantante avesse compiuto un gesto del genere spiegandone le motivazioni in tempi più recenti, l’atto provocatorio avrebbe sortito effetti diversi sulla società destando; in ogni caso, un livello di clamore mediatico non indifferente.
2) Marylin Manson diventa il capro espiatorio per la strage di Columbine
Il 20 aprile del 1999, due ragazzi di nome Eric Harris e Dylan Klebold fecero irruzione nella loro liceo a Columbine e cominciarono a sparare. Fu una carneficina, 13 persone persero la vita e 20 ragazzi vennero feriti gravemente. Al tempo l’America cercava un capro espiatorio per spostare l’indignazione dell’opinione pubblica su una persona esterna al Governo. All’alba del Terzo Millennio, la reputazione di Marylin Manson precedeva la sua figura, già di per sé sinistra. Manson veniva considerato l’Anticristo dalle comunità più conservatrici degli Stati Uniti, quindi i media americani si scagliarono senza sosta contro di lui, accusandolo di incitare alla violenza attraverso la sua musica. In realtà, i due ragazzi non l’ ascoltavano neanche. La carriera di Marylin, al tempo, né uscì gravemente compromessa, al punto che le persone assistevano ai suoi concerti solo per inveirgli contro.
1) I discorsi razzisti di Eric Clapton
Nel 1976, i rapporti d’interazione razziale in Gran Bretagna toccarono il minimo storico. Il conservatorismo indotto da figure politiche come quella di Enoch Powell che incitava alla segregazione, ispirò moti di fanatismo razzista particolarmente radicati. Le cose peggiorarono quando David Bowie espresse diversi apprezzamenti nei confronti del fascismo in preda all’abuso di cocaina e quando, durante un concerto a Birmingham, Eric Clapton dichiarò apertamente di essersi schierato con Powell. Le parole del leggendario chitarrista erano influenzate dall’alcolismo nel quale era radicato ormai da tempo. Più tardi, Slowhand si scusò pubblicamente e fondò un’associazione contro il razzismo chiamata “Rock Against Racism”. La BBC l’ha recentemente definito come il fautore dei movimenti di sensibilizzazione contro le discriminazioni nella musica Rock.