Quando, nel 2002, vennero pubblicati i diari personali di Kurt Cobain, i fan e gli appassionati di tutto il mondo poterono attingere ad una fonte spontanea e genuina atta a rappresentare nel modo più diretto e sincero la sua figura d’uomo, trascendendo dall’immagine artistica fortemente stereotipata che l’immaginario collettivo tese a costruire intorno alla personalità già di per sé complicata di Cobain. Attraverso le pubblicazioni suddette, il mondo intero prese visione delle insicurezze e dei tormenti interiori che imperversavano sull’animo fragile del Leader dei Nirvana.
Il fatto che, egli stesso, fosse diventato uno dei fenomeni di costume contro i quali, nel corso della sua breve vita si era costantemente scontrato fu, uno dei motivi principali a cui il suo suicidio venne attribuito. La passione innata di Kurt per la musica traspariva in modo particolarmente spiccato nei suoi scritti. Visto il suo fortissimo legame con questa forma d’arte, il giovane stilò una lista comprendente i suoi album preferiti. Sfogliare i consigli di Kurt Cobain è utile, non solo per delineare la sua figura al meglio, ma anche per comprendere a fondo le dinamiche che, negli anni ’90 hanno portato a rivoluzionare prepotentemente le concezioni musicali fino ad allora date per scontato. In questo articolo, abbiamo raccolto alcune delle voci citate da Cobain nel suo diario.
5) R.E.M – Green (1988)
Spesso, Kurt Cobain ha espresso la sua profonda ammirazione per i R.E.M. Kurt riponeva particolare stima nei confronti del gruppo che, nonostante fosse passato da una casa discografica indipendente ad una major, era riuscito a preservare la propria integrità artistica. Cobain apprezzava molto Green, il loro primo album inciso con la Warner perché reputava l’opera compositiva adottata sui testi sublime, nonostante il disco avesse segnato il passaggio della band dall’underground alle arene di tutto il mondo.
4) Aerosmith – Rocks (1976)
Nel 1976 gli Aerosmith pubblicarono Rocks per la Columbia Records. All’epoca, il gruppo non veniva ancora ricordato per le ballads travolgenti che, di li a poco, avrebbero dominato le classifiche di tutto il mondo. I primi amori musicali di Kurt Cobain furono gli Aerosmith e i Led Zeppelin. Il leader dei Nirvana omaggiò i due gruppi col brano Aero Zeppelin, incluso nella raccolta della band del 1992, Incesticide.
3) Iggy And The Stooges – Raw Power (1973)
Il marchio della Columbia Records è impresso anche sul terzo album degli Stooges. Si tratta, a mani basse, del disco più Heavy che la band abbia mai realizzato. Nichilista e distruttivo come, del resto, gli stessi membri del gruppo erano. Nonostante la pesante inflessione di David Bowie sull’opera, come co-produttore. Il carattere sovversivo e controverso di Iggy Pop trasparì ponendosi in netto contrasto con il contenuto altamente emotivo dei testi. Kurt Cobain chiese spesso di collaborare ad Iggy Pop, senza mai ricevere, purtroppo, una risposta.
2) Sonic Youth – Daydream Nation (1988)
Gli eroi del Noise New Yorkese, i Sonic Youth, consacrarono la loro carriera firmando con un’etichetta indipendente per realizzare questo doppio album che, in seguito, si sarebbe rivelato un capolavoro. Si tratta della loro opera più costosa ed introspettiva. Daydream Nation funse da apripista per molti gruppi dell’underground statunitense per potersi aprire ad un approccio sperimentalista più marcato.
1) Sex Pistols – Never Mind The Bollocks, Here’s The Sex Pistols (1977)
Nonostante il frontman dei Sex Pistols, Johnny Rotten, una volta avesse dibattuto sul fatto che i Nirvana si fossero indebitamente appropriati di parte del titolo del loro album per il loro disco più celebre, Nevermind, Rotten seppe fare un passo indietro, giudicando Smells Like Teen Spirit come l’opera Pop più grande di tutti i tempi. Sembra chiaro, comunque, come uno dei gruppi capostipite della cultura Punk mondiale possa aver influito su una band dalle chiare influenze provenienti da quel genere.