I Red Hot Chili Peppers torneranno ufficialmente in Italia in occasione del prossimo Firenze Rocks 2020. Ma l’annuncio in sé non è l’unico motivo per festeggiare. La band di Anthony Kiedis ha infatti fatto un regalo di Natale in anticipo ai propri fan, ufficializzando il ritorno di John Frusciante. Il chitarrista – che mancava nei ranghi dei Red Hot ormai da dieci anni – suonerà assieme ai suoi compagni anche sul palco di Firenze. Sebbene il pubblico sia in visibilio, la band è piuttosto abituata a uscite e ritorni nella formazione. Basti pensare che Frusciante non è al suo primo party di “bentornato”. Dall’anno della formazione ad oggi, i Red Hot Chili Peppers hanno contato ben 12 musicisti diversi. La categoria dei chitarristi in particolare sembra essere colpita da una vera e propria maledizione.
1988, LA MORTE DI HILLEL SLOVAK E L’INIZIO DELLA MALEDIZIONE
I Red Hot Chili Peppers sono la creatura di tre personalità di spicco: Anthony Kiedis, Flea e Hillel Slovak. Iniziano nella piccola nicchia della California Bay e sono sempre sul punto di decollare. Purtroppo la battuta d’arresto è dietro l’angolo, quando – nel 1988 – Slovak scompare tragicamente per overdose. Da quel momento sembra che nessuno possa più occupare il suo posto troppo a lungo. Da quell’anno ad oggi i Red Hot vedono entrare e uscire dalle proprie fila ben 12 musicisti, di cui addirittura otto sono chitarristi.
LA SVOLTA DEL 1991: RUBIN E FRUSCIANTE
Tre anni dopo la scomparsa di Hillel Slovak – fondatore della band assieme a Kiedis e Flea – i Red Hot Chili Peppers hanno un colpo di fortuna. Anzi due. Incontrano infatti Rick Rubin e John Frusciante, rispettivamente produttore e chitarrista. Frusciante è un giovane musicista, appena ventenne che – dopo la breve parentesi di McKnight allo strumento – diventa il vero sostituto di Slovak. Grazie a questi fondamentali assestamenti nella formazione, i Red Hot Chili Peppers fanno il salto di qualità nel 1991, con la pubblicazione di Blood Sugar Sex Magik.
IL PRIMO ABBANDONO DI JOHN FRUSCIANTE
Il disco di debutto è un successo mondiale. L’album che sarà destinato a inquadrare e definire lo stile della band statunitense. Tutto sembra perfetto, salvo che John Frusciante è molto giovane e non riesce a gestire il successo. Durante il tour per Blood Sugar Sex Magik – in Giappone – decide di abbandonare la band. Kiedis e Flea provano lo sostituzione con Dave Navarro, già reduce dei Jane’s Addiction. La sinergia tra i quattro dura fino al 1998 quando Frusciante decide di rientrare nei Red Hot. Il risultato – nemmeno a farlo apposta – è un album come Californication del 1999.
LA MALEDIZIONE DEI CHITARRISTI CONTINUA
Californication porta i Red Hot Chili Peppers nell’olimpo del pop mondiale. La situazione sembra essersi finalmente stabilizzata e la band pare aver trovato il proprio equilibrio. Cosa che – evidentemente – a John Frusciante manca. Nel 2009 – stanco di come vanno le cose – abbandona nuovamente la nave e viene sostituito da Josh Klinghoffer. Per dieci anni il chitarrista serve fedelmente e con merito i Red Hot Chili Peppers ma il confronto con Frusciante è sempre dietro l’angolo. Tanto che – il 15 Dicembre 2019 – arriva la conferma ufficiale attraverso i canali social della band. John è pronto a tornare…di nuovo!
L’ULTIMO RITORNO DI FRUSCIANTE E I NUOVI RED HOT CHILI PEPPERS
Sebbene Josh Klinghoffer abbia militato nei Red Hot per dieci anni, la formazione ufficiale – nel cuore e nella mente del pubblico – è incompleta senza Frusciante. Per tutti la vera band è composta da Anthony Kiedis, Flea, Chad Smith e John Frusciante.
Ora che il chitarrista è tornato di nuovo nel gruppo tutti sperano che sia per sempre. Nel frattempo – dato l’entusiasmo scatenato dalla notizia del ritorno – tutti aspettano con fremito il prossimo Firenze Rocks 2020.