Gli ultimi mesi e giorni di vita di Freddie Mercury sono stati terribilmente difficili, non soltanto per il leader dei Queen, ma anche per tutti coloro che gli sono stati vicino. Le difficoltà sono state avvertite in tanti piani di lettura differenti: dal dolore che il cantante della formazione britannica provava fino alla sofferenza dei suoi cari, passando per la volontà di tutti di starsi vicino fino alla fine e in qualsiasi momento, non lasciandolo solo in nessun momento. Tutti sanno di quali siano state le ultime parole di Freddie Mercury e delle dichiarazioni che hanno portato il britannico ad ammettere di avere l’AIDS. Vogliamo parlarvi di tutto questo nel citarvi la cronaca delle ultime 24 ore di vita di Freddie Mercury, dalle dichiarazioni sull’AIDS fino alla morte, avvenuta per una polmonite, il 24 novembre del 1991.
Le ultime parole di Freddie Mercury e le dichiarazioni sull’AIDS
Uno dei primi atti che ha posto inizio alle ultime 24 ore di vita di Freddie Mercury è stata la pubblicazione delle dichiarazioni che sono state rilasciate da Freddie Mercury nella sera del 22 novembre del 1991, e relative all’AIDS che lo stesso Freddie aveva. Nonostante tutte le smentite, i titoli di giornale e le trasmissioni televisive avevano già ipotizzato la possibilità di malattia da parte del leader dei Queen, e videro confermata la propria tesi poco più di 24 ore prima della sua morte.
Queste sono state le dichiarazioni di Freddie Mercury sull’AIDS: “A seguito delle enormi congetture sulla stampa, desidero confermare di essere risultato positivo al test per l’HIV e di avere l’AIDS. Ho ritenuto corretto mantenere queste informazioni private al fine di proteggere la privacy di coloro che mi circondavano. Tuttavia, è giunto il momento per i miei amici e i fan di tutto il mondo di conoscere la verità, e spero che tutti si uniranno a me e ai miei medici nella lotta contro questa terribile malattia”.
Le dichiarazioni di Peter Freenstone sulla morte di Freddie Mercury
Se si parla delle ultime 24 ore di vita di Freddie Mercury non si può non prendere in considerazione anche il suo stato psicologico, che Peter Freenstone ha sottolineato: «Da dopo la diffusione del comunicato stampa, Freddie è cambiato totalmente. All’inizio della settimana era teso, poi si è rilassato. In tutti quegli anni non lo avevo mai visto così sereno. Non c’erano più segreti, non si nascondeva più. Sapeva che avrebbe dovuto fare quella dichiarazione, altrimenti qualcuno avrebbe potuto pensare che lui considerasse l’AIDS come qualcosa di sporco, da nascondere sotto il tappeto».
Tutti hanno cercato, naturalmente, di stare vicino al cantante negli ultimi attimi di vita dello stesso: «Facevamo turni di dodici ore. L’ho visto il venerdì sera. Abbiamo chiacchierato di cose semplici, di chi conoscevamo, di qualche pettegolezzo. Non ha mai perso il senso dell’umorismo. Prima che me ne andassi, mi ha preso la mano e ha mi ha detto grazie. Non so se mi ha ringraziato per i dodici anni insieme o solo per l’ultimo turno. Immagino che non abbia importanza. Ma era rilassato e preparato».