I Guns N’ Roses, nati a Los Angeles nel 1985, sono una delle band più amate del pianeta. Grazie alla loro immagine trasgressiva e alla loro musica in puro stile rock, sono riusciti a vendere oltre 100 milioni di dischi in tutto il mondo.
La prima intervista dei Guns N’ Roses
Di recente è stato pubblicato un audio con quella che dovrebbe essere la prima vera intervista degli iconici Guns N’ Roses. La registrazione, diffusa dall’ex manager della band Raz Cue, risale a marzo del 1985: prima ancora che Slash entrasse nella band. I Guns all’epoca erano infatti composti da Axl Rose, Izzy Stradlin, Tracii Guns, Rob Gardner e Duff McKeagan.
Il gruppo aveva appuntamento con la KPFK Radio e, visto che il frontman Axl Rose era in ritardo, prese la parola il chitarrista Izzy Stradlin: “Questa canzone l’abbiamo composta io e Axl un paio di settimane fa. Si, forse è un po’ triste ma è gradevole.“ Ha spiegato il musicista presentando la nuova canzone della band intitolata “Don’t Cry”, aggiungendo: “Stiamo per pubblicare un EP: sarà un picture disc”. Il brano, intitolato inizialmente “Don’t Cry Tonight”, fu infatti inserito nel terzo album della band Use Your Illusion I del 1991.
Poco tempo dopo questa intervista, la prima di una lunga serie, Slash prese il posto di Tracii Guns e Steven Adler quello di Rob Gardner: dando vita ai Guns N’ Roses che noi tutti conosciamo oggi.
L’opinione di Slash sui servizi in streaming
E, a proposito di interviste, il chitarrista della band in una recente conversazione con Alternative Nation, ha espresso la sua personale opinione sui servizi in streaming. Saul Hudson, in arte Slash, ha ammesso che ci sono sia tanti aspetti positivi, ma anche tanti lati negativi:
“La storia delle piattaforme in streaming risale a molto tempo fa, verso la fine degli anni novanta e gli inizi del nuovo millennio. All’epoca tutti iniziarono a scaricare e condividere file online ed eccoci qua: piano piano il mondo di internet sta facendo a pezzi l’industria musicale.”
Per il musicista di Hampstead questi nuovi sistemi da un lato favoriscono gli utenti, ma dall’altro danneggiano gli artisti: “Prima era tutto diverso, grazie ai diritti d’autore derivati dall’acquisto di un album o di un CD. Con questi nuovi sistemi i guadagni non sono più quelli di una volta: possiamo dire con certezza che hanno danneggiato non poco il business musicale. Ovviamente mi metto anche nei panni degli utenti: per loro è sicuramente più conveniente e facile, ma per noi artisti non è per niente un vantaggio.”