Uno dei personaggi più carismatici nel mondo del rock è stato sicuramente Keith Moon, celebre batterista componente dei The Who. Scomparso a soli trentadue anni il 7 settembre 1978, è considerato uno dei migliori batteristi della storia. Egli è conosciuto tanto per il suo talento quanto per i suoi gesti folli, che hanno contribuito a creare un’immagine pazzesca attorno all’artista. Per celebrare questo grande batterista, vi racconteremo di quella volta che Keith Moon si è tuffato nell’Oceano Atlantico per un motivo particolare.
Quella volta che Keith Moon si tuffò per una groupie
Keith Moon era una persona molto decisa, sarebbe stato disposto a tutto pur di ottenere ciò che voleva. C’è questa sua determinazione dietro il folle gesto compiuto dopo un concerto con i The Who. La band si era esibita in un locale costruito su un molo, a Asbury Park, nel New Jersey. Una volta terminato, Moon pretese di essere raggiunto da una groupie nel bus della band. Il gruppo si oppose dopo che, nei giorni precedenti, durante un droga party proprio sul bus, delle ragazze rubarono molti soldi dalla cassa comune.
“O la ragazza o mi tuffo nell’Oceano Atlantico!” arrivò a gridare Keith Moon, convinto di ciò che voleva. In pochi secondi, senza attendere nemmeno una risposta, Moon raggiunse la finestra del camerino, che dava direttamente sull’oceano. Con un salto si lanciò nel vuoto. Sarebbe stato impossibile ritrovarlo intero, senza almeno un paio di fratture.
Gli Who si allarmarono subito, contattando il manager. In breve tempo venne avvisata la guarda costiera e iniziarono le ricerche nell’oceano. Passarono ben due ore, ma del batterista nessuna traccia. Quando tutte le speranze sembravano perse, dai pilastri del molo si udì una voce: “Mica pensavate l’avessi fatto davvero?“. Era Moon, che in realtà era saltato su una piattaforma sotto la finestra, e da lì si era poi abilmente nascosto per tutto quel tempo. Tutti risposero furiosi e sollevati, vedendo il batterista evidentemente divertito dalla confusione che era stato in grado di creare.
Le follie del batterista
Keith Moon si presentò fin da subito al gruppo come un folle personaggio. Egli infatti, sfidò Pete Townshend dicendogli di saper suonare meglio del batterista dei The Who al tempo, Doug Sandom. Moon così si sedette alla batteria e iniziò a suonare come sapeva fare. Il talento c’era, era evidente, ma al termine della prova distrusse lo strumento come era solito fare. Convinse il gruppo nonostante tutto, che lo rese a tutti gli effetti il nuovo batterista. Da quel momento, Moon diventò il principale artefice di questo gesto reso celebre da Jimi Hendrix e, ad ogni fine concerto, si poteva assistere alla distruzione totale degli strumenti.
Moon arrivò anche a collassare sul palco, nel 1973, quando assunse una quantità eccessiva di tranquillanti mischiati a del buon brandy. Il risultato fu disastroso, con il batterista che, in evidente difficoltà, collassò sul suo strumento senza riuscire a proseguire l’esibizione. Da quel momento la professionalità di Moon venne messa diverse volte in dubbio, anche a causa delle sue condizioni di salute per il consumo di alcol e droga.