La domanda è sempre la stessa: il rock è morto? Che si riesca a trovare una risposta o meno, molto spesso si dice aprioristicamente di no. Il vecchio rock è certo passato – l’era d’oro dei grandi gruppi che hanno gettato le basi di tutta la musica che ascoltiamo oggi. Eppure, non si possono chiudere gli occhi…e le orecchie senza ragionare un momento. Nell’ultimo decennio sono venuti alla luce molti nuovi gruppi che hanno pubblicato grandissimi album. E le grandi rockstar del passato – che per anni sono rimaste a domandarsi se valesse la pena continuare – ora stanno sfornando nuovi sound e nuovi progetti. Scopriamo in questo articolo i migliori lavori discografici degli ultimi anni.
Tool, Fear Inoculum (2019)
Iniziamo con qualcosa di veramente recente. Il 30 Agosto 2019 – dopo ben 13 anni di silenzio discografico – i Tool di Maynard James Keenan danno alla luce Fear Inoculum. L’album ha avuto una gestazione lunghissima – insopportabile per i fan – tra rinvii, cause legali, conferme e successive smentite. E’ l’album che ci si aspettava dopo tutto questo tempo? Probabilmente no. Il distacco tra il cantante e il resto della band – causa paralleli progetti musicali del primo – c’è e si sente. Eppure, Fear Inoculum è l’album che i fan dei Tool vogliono. Corposo, elefantiaco, neuronale e cerebrale. Adam Jones – soprattutto in 7empest – regala uno dei riff più belli della sua carriera. E – in mezzo a pezzi meno convincenti – ci sono delle vere e proprie perle preziose come la title track e Invincible.
Bob Dylan, Shadows in the Night (2015)
In questo album del 2015, Bob Dylan è se stesso più che mai. Shadows in the Night è una raccolta di racconti cantati, un tributo maestrale a Frank Sinatra. Un disco che riesce ad essere esattamente quello che il cantautore ha sempre provato a fare. Disattendere tutte le aspettative del pubblico. Realizzare qualcosa che sia l’esatto contrario di quello che si penserebbe. Sebbene ci si trovi davanti ad un disco di sole cover – a cavallo tra il repertorio jazz e quello pop – Dylan cerca di riportarne alla luce l’essenza più vera. “Lui è la montagna – dirà il cantante su Frank Sinatra – […] Nella sua voce sentivo tutto. La morte, Dio e l’universo, tutto”.
Arctic Monkeys, AM (2013)
Dopo essere saltati alle luci della ribalta con un indie rock ballabile, gli Arctic Monkeys si conquistano la notorietà definitiva con un blues rock più profondo e oscuro. Attingendo a piene mani dal repertorio dei Black Sabbath, dei Velvet Underground e di David Bowie, AM si riempe di riff pesanti e atmosfere buie. Dall’album vengono estratte pietre miliari della discografia dei Monkeys, come Do I Wanna Know?, R U Mine? e Why’d You Only Call Me When You’re High?
AC/DC, Rock or Burst (2014)
Rock or Burst viene pubblicato in un momento di grande caos per la band. Malcolm Young si è dovuto ritirare a causa di una grave malattia. Il fratello Angus conferma comunque il suo apporto creativo in fase di composizione. E’ inoltre l’ultimo disco inciso con Phil Rudd – arrestato di lì a poco con l’accusa di aver assoldato un killer per uccidere due persone. Sulla sua testa pendono anche vari altri capi di imputazione per minacce di morte e detenzione di cannabis e metanfetamine. Eppure – in tutto questo e con i guai che ancora dovranno venire – gli AC/DC danno al proprio pubblico quello che si aspettano. Un album che riconferma il marchio di fabbrica della band, un sound vincente e senza tempo.
R.E.M., Collapse Into Now (2011)
Collapse Into Now è il quindicesimo e ultimo album dei R.E.M. Quando la band va in studio di registrazione ne è consapevole e sembra voglia ricordare al proprio pubblico cosa li ha resi grandi. Il disco è una pietra miliare nella discografia di Michael Stipe e soci e vede la partecipazione di ospiti importantissimi. Tra gli altri Eddie Vedder – voce e frontman dei Pearl Jam – e Patti Smith. I R.E.M. tornano alle radici della propria carriera e alle suggestioni folk-rock dei loro primi lavori, rivitalizzandole con le sperimentazioni degli anni ’90 e 2000.
Alice Cooper, Welcome 2 My Nightmare (2011)
Nello stesso anno dell’addio discografico dei R.E.M., vede la luce Welcome 2 My Nightmare – sequel dello storico album di Alice Cooper del 1975. Con Bob Ezrin alla produzione, Cooper chiama anche ospiti d’eccezione – come i restanti membri della propria band. Con loro, il cantante riesce a consegnare ai propri fan una collezione coerente, forte e potente di brani senza tempo.
Bruce Springsteen, Western Stars (2019)
Con uno sguardo al country lussureggiante e solare della California dei tardi anni ’60, Bruce Springsteen riporta i il proprio pubblico indietro nel tempo grazie a Western Stars – lavoro discografico del 2019. Il disco era stato anticipato da alcune foto criptiche – diffuse sui profili social del cantante – che ritraevano appunto panorami western. Le 13 tracce di Western Stars – come la grande musica di Springsteen – parlano dei luoghi tipici degli Stati Uniti: autostrade infinite, deserti, isolamento e senso di comunità, la speranza nel futuro.
The Rolling Stones, Blue and Lonesome (2016)
Mick Jagger e i suoi escono nel 2016 con questo lavoro fatto di sole cover di vecchi pezzi blues. La band britannica non tornava in studio dai tempi di A Bigger Bang del 2005. Alle registrazioni partecipa anche il grande chitarrista Eric Clapton. I pezzi scelti dagli Stones sono quasi tutti a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 e sono stati incisi in soli tre giorni. Un ritorno alle origini per Mick Jagger, Keith Richards e soci che affondano le mani nel sound blues e rock degli inizi.
Robert Plant, Lullaby…and the Ceaseless Roar (2014)
Nel 2014 Robert Plant – ex cantante dei Led Zeppelin – pubblica l’album solista Lullaby…and the Ceaseless Roar, con la band spalla dei Sensational Space Shifters. Mentre Jimmy Page ripensa nostalgicamente ai bei vecchi tempi andati – vagheggiando una reunion con gli Zeppelin – Plant inizia un capitolo del tutto nuovo. E questo album ne è la dimostrazione lampante. Basta ascoltare la traccia iniziale – Little Maggie – per rendersene conto: un mix di folk e suggestioni africane e un ritmo incessante.
David Bowie, Blackstar (2016)
Completiamo questa breve – e sicuramente incompleta – carrellata dei migliori album rock dell’ultimo decennio con Blackstar di David Bowie. Ultimo lavoro dei Duca Bianco che – due soli giorni dopo la pubblicazione – muore. Il disco era stato anticipato nel 2015 con il rilascio del singolo Blackstar. A questo aveva fatto seguito ‘Tis Pity She’s a Whore ispirato al drammaturgo inglese del diciassettesimo secolo John Ford. E infine era uscito Lazarus il 17 Dicembre 2015 – accompagnato da un video promozionale.