I System Of A Down, gruppo alternative metal statunitense, si sono formati a Los Angeles nel 1994. Recentemente il frontman della band, Serj Tankian, ha condiviso sui social una lettera aperta destinata a tutti i milioni di fan della band. In verità, più che una lettera, appare come una chiara e tonda risposta ad una dichiarazione rilasciata dal chitarrista Daron Malakian a Kerrang!
La lettera di Serj Tankian, tra rivelazioni e retroscena inediti
Il chitarrista di origine armene ha provato a spiegare le ragioni del silenzio discografico del gruppo, accusando poi Tankian di scarsa collaborazione. Ricordiamo, infatti, che l’ultimo lavoro discografico dei SOAD risale al 2005, con l’album “Hypnotize”.
Il cantante di Beirut Serj Tankian ha voluto, giustamente, dare la sua versione dei fatti, rispondendo a tono alle critiche del collega. La risposta, racchiusa in un post pubblicato su Facebook, raccoglie rivelazioni e retroscena inediti.
“La verità è che siamo davvero fortunati ad avere dei fan del genere. Fan che da tempo chiedono un nuovo album. Purtroppo, nell’attesa, sono nate tantissime voci di corridoio. Voglio rivelarvi cosa si nasconde dietro il nostro silenzio discografico, anche per contrastare tutti quei giornali che riportano solo mezze notizie e dichiarazioni non vere.
Si, ammetto di essere stato io il responsabile della pausa presa nel 2006: il resto della band voleva andare avanti e registrare nuovi album. Io no. Non volevo più farlo e le ragioni sono le seguenti:
1 Ragioni artistiche: credo che continuare a fare musica sempre con le stesse persone sia artisticamente ripetitivo, anche per un gruppo dinamico come i SOAD. Avevo bisogno solo di un po’ di tempo per lavorare da solo.
2 Ragioni di uguaglianza: inizialmente l’input creativo e le entrare erano praticamente uguali. Poi, dopo l’uscita di ‘Mezmerize/Hypnotize’, Daron ha iniziato a dirigere il processo creativo (guadagnando moto più di tutti). E, soprattutto, voleva essere l’unico a parlare con la stampa.
3 Volevo lasciare la band prima di ‘Mezmerize/Hypnotize’, perché l’identità della band non era più la stessa.
Non mi sentivo più così vicino ai SOAD. Avevo tante materiale pronto, ma sono stato bloccato sul nascere. Poi, alla fine, ognuno di noi ha pensato alle proprie cose. E, ad ogni modo, la mia carriera da solista mi ha riservato grandi soddisfazioni.
Sapevo che tutti volevano un nuovo disco, così, due anni fa, sono andato dai ragazzi con una proposta per il futuro. Volevo un chiarimento, volevo stabilire equilibrio e così ho consigliato quanto segue:
1 Uguale input creativo: dopo aver pubblicato 5 dischi solisti ero migliorato molto come scrittore, quindi ho proposto che ognuno di noi portasse 6 canzoni, lavorandoci poi tutti insieme.
2 Equa divisione: personalmente credo che in una band ci debba essere una collaborazione paritaria e il modo di dividere i compensi debba riflettere questo status..
3 Direzione artistica: chi scrive la canzone prende anche la decisione finale sulla possibilità di registrarla. L’ho proposto perché in passato ho portato brani che, alla fine, sono stato modificati al punto che a me non piacevano più.
4 Sviluppare un concept-album: questo per non proporre semplicemente un disco nuovo, ma una vera esperienza a 360 gradi.
Concludendo, ho dovuto mettere dei paletti per il mio ritorno, perché sapevo benissimo che non sarebbe stato un ritorno semplice. E, siccome non ci siamo mai concordati su questi punti, abbiamo deciso di tralasciare l’idea di un nuovo lavoro, per ora. Il mio unico rammarico è che non siamo riusciti a regalarvi un altro album dei System Of A Down. Per questo mi scuso.”