Senza mai perdere il nome Queen, Brian May e Roger Taylor continuano ad esibirsi e far parlare di loro. Quello che la band ha rappresentato nella storia della musica rock è quasi impareggiabile, nonostante l’attenzione sia un po’ calata dopo la scomparsa del leggendario cantante e frontman Freddie Mercury. Così, May e Taylor sono tornati a parlare di Freddie sotto un altro punto di vista, raccontando di quanto fosse in realtà sottovalutato sia di quanto fosse grande la band grazie ad ognuno dei membri che la formava.
Taylor e May parlano dei Queen e di Mercury
In una recente intervista, Roger Taylor, batterista dei Queen, ha spiegato il suo punto di vista su Freddie Mercury, soprattutto della sua etichetta da showman: “Credo che quell’aspetto abbia oscurato in parte il fatto che Freddie fosse prima di tutto un autore di canzoni come non se n’erano mai visti prima della sua comparsa. Tutto l’aspetto dell’animale da palcoscenico ha finito per mettere un po’ in ombra il suo incredibile talento musicale e la genialità delle sue intuizioni. Probabilmente, quella è una cosa che sarebbe potuta venire fuori nel tempo, quando la sua fisicità sarebbe stata meno prorompente.”
Brian May, ha poi parlato dei difficili primi anni vissuti dalla band, colpita da continue critiche: “La sua voce andava a formarsi del tutto in quel periodo iniziale e i nostri primi lavori, seppur già originali, contenevano inevitabilmente degli elementi riconducibili a band che ammiravamo, ma in molti si ostinavano a vedere nei nostri lavori qualcosa di esclusivamente copiato e non innovativo. Salirono davvero sul carro dei vincitori solo ai tempi di A Night At The Opera, ma già per il disco successivo eravamo da capo: prima copiavamo altri, dopo ci dissero che non avevamo più idee e riciclavamo noi stessi.”
La resurrezione della band
Brian May e Roger Taylor, dopo anni dalla morte di Freddie Mercury avvenuta nel novembre 1991, ripresero il lavoro sotto il nome dei Queen. Ci furono varie speculazioni su chi avrebbe ricoperto il ruolo di cantante, tra le supposizioni di fan e giornalisti. Un po’ a sorpresa, la collaborazione più longeva risulta essere quella con Adam Lambert. Egli è stato vittima di molte critiche, poichè ritenuto un insulto rispetto al leggendario Mercury.
Proprio Brian May è intervenuto nell’intervista commentando queste critiche, soprattutto quelle avvenute dopo un concerto in cui Lambert non sorprese in quanto a note toccate: “Non sono pazzo, era chiaro che non volessi dire che Adam sia meglio di Freddie o paragonarli in qualsiasi modo. Volevo solo dire che la sua vocalità si sposa meglio di altre ai nostri brani. Anche nel mondo del metal esistono cantanti in grado di raggiungere note impossibili, anche più alte di Freddie. La grandezza di un artista però non si misura così.” -May è poi tornato a parlare del frontman dei Queen- “Freddie era unico, perché univa ad un timbro riconoscibile al primo istante una capacità di utilizzo della voce fuori dal comune. Oltre ad essere un genio assoluto della musica. Se pensi anche al suo modo di suonare il piano, così fuori dagli schemi e personale come pochi: lì la voce non interviene, ma quando lo senti suonare capisci subito che è lui.
Il chitarrista ha poi fatto un dichiarazione, che vede un po’ tutti i fan d’accordo: “L’unica cosa che so è che il destino ci ha costretto a fare scelte che non avremmo voluto prendere. Ancora oggi, comunque, i Queen restano Freddie Mercury, John Deacon, Brian May e Roger Taylor: se volete una certezza, eccola.”