Un’opera perfetta e, sicuramente, irreplicabile, il lavoro dei Led Zeppelin su IV, l’untitled del 1971 rappresenta, tutt’oggi, l’archetipo della storia del rock. Un album immenso con cui la band ha saputo costruirsi un alone di misticismo esoterico spaventosamente tangibile. IV non è “solo” musica eccezionale, esecuzione magistrale, travolgimento esplosivo e complesso grafico stupefacente; il disco rappresenta uno spartiacque per la scena Hard Rock, oggi più di allora. Il simbolismo generatosi dietro la cover dell’album e la mitizzazione delle canzoni hanno generato non poche correnti congetturali di fanatismo idolatrante.
Negli anni si è gridato al Satanismo, Jimmy Page che incontra il Diavolo ai famigerati Crossroads per vendere la sua anima e divinizzarsi come miglior chitarrista di tutti i tempi. La verità è, ovviamente, una, i Led Zeppelin sono la storia. La band ha saputo reinventarsi migliaia di volte, preservando un’identità artistica insormontabile e riconoscibile negli echi di decenni di musica. Il forte simbolismo di cui sono stati artefici nel corso della loro carriera dimostra, ovviamente, una predisposizione innata verso il Metodo, senza però, mettere mai in ombra le doti tecnico-compositive del gruppo, da sempre oggetto d’ammirevole imitazione.
Led Zeppelin IV: capolavoro senza tempo
Led Zeppelin IV è uno degli album più misteriosi di sempre, senza titolo, senza riferimenti Negli anni in molti hanno tentato di etichettarlo con termini altisonanti, al limite tra il cabalistico e l’incomprensibile. Per citarne alcuni: “ZoSo”, “Runes” o “The Hermit”. Una cosa è certa, il volo pindarico dei fan e della critica nell’attribuzione di una nomea all’opera continua a stupire. Il quarto album dei Led Zeppelin è, sicuramente, il punto più alto e allo stesso tempo oscuro che il gruppo potesse toccare. Il 1971 fu un’annata d’oro per la band che, tuttavia, di li a poco, avrebbe segnato l’inizio della fine della loro carriera. Il ’71, infatti, è anche l’anno in cui i Led Zeppelin tagliano completamente i ponti con qualsiasi sezione marketing che si era occupata fino ad allora del gruppo, scontrandosi frontalmente con l’ Atlantic Records, non lasciando credits né punti di riferimento sulla copertina dell’album. Nel periodo antecedente l’uscita di IV, infatti, nessuno ad eccezione del gruppo e di Peter Grant erano a conoscenza della forma del disco (doppio album, quadruplo EP o classico Long Playing). Il nome della band non compare sulla copertina che, secondo la critica dell’epoca sarebbe stata una condanna per il disco o, addirittura, per la carriera del gruppo. L’obiettivo dei Led Zeppelin, all’epoca era proprio di zittire l’aspro criticismo degli addetti ai lavori. Il gruppo voleva dimostrare drasticamente di essere in grado di generare arte pura senza, necessariamente, raschiare il fondo.
L’album si compone di alcuni dei più grandi successi della band. Hit da classifica che, negli anni, non hanno mai perso smalto e, ad oggi, continuano a risuonare nelle orecchie di chiunque, dai fan più accaniti ai novizi del genere. Black Dog nasce come tributo ad un Golden Retreiver nero che, nel corso delle sessioni di Headley Grange, continuava a far visita alla band. Rock And Roll è un tributo rabbioso e vitale alla musica rock ed un cavallo di battaglia per tutti i concerti successivi alla pubblicazione. Stairway to Heaven è il coronamento della carriera degli Zeppelin, l’apice del dirigibile del Rock; non ci sono parole per descrivere un capolavoro di tale portata, trattasi di una delle composizioni più iconiche, celebri ed encomiabili della storia umana. Si potrebbe scrivere un libro sulla perfezione del brano e, qualsiasi giudizio, risulterebbe incontrovertibile da chiunque.
Sembra chiaro a questo punto,che i Led Zeppelin siano inarrestabili. La band ha saputo incanalare la negatività della critica nei loro confronti nell’arte, sfruttandola come monito per la creazione di capolavori. I Led Zeppelin dirompono nella scena con le prime 3 pubblicazioni per poi destare clamore come pochi con la pubblicazione di un album acustico dall’atmosfera folk con cui il gruppo viene definito dispregiativamente come “slogan promozionale del rock n’roll”.
La copertina dell’album venne definita un suicidio commerciale
L’onniscenza con cui l’ Atlantic Records aveva condotto fino ad allora le carriere artistiche dei suoi clienti, spinse i vertici della società a definire la cover di IV come la disfatta commerciale che avrebbe mandato in malora gli affari dei Led Zeppelin, a discapito del primo mostruoso self-titled. Nella fattispecie, la copertina è composta da una parete rovinata con un contadino che regge lunghi fasci di legname sulla schiena. L’uomo appare fermo, impietrito mentre si sorregge con un bastone e con lo sguardo tagliente e segnato rivolto verso chi guarda la copertina. L’immagine proviene da un dipinto ad olio acquistato da Robert Plant in un negozio d’antiquariato a Reading, in Inghilterra. Pare che Plant fosse consapevole del potenziale artistico dell’opera senza autore né nome e che, ben presto, l’avrebbe sfruttata come cover di un album.
Il retro si compone, invece, di una fotografia del quartiere di Ladywood, a Birmingham, di concezione prettamente moderna, con un’attenzione verso il grattacielo di Salisbury Tower, all’epoca appena costruito. Aprendo il vinile ci accorgiamo che fronte e retro sono, in realtà, collegati. Ne riscontriamo, il primo simbolismo dell’album. Nel 1981, nel corso di un’intervista, Jimmy Page spiega che il significato della copertina sta proprio nel contrasto tra l’armonia del passato e il rovinoso avvento dell’opprimente futuro (presente distruttivo). Il concetto di ciclo all’interno del disco appare reiterativamente, ad ogni modo, lo ritroviamo per la prima volta nel collegamento delle cover, interpretando i concetti suddetti come un ciclo vitale. La parete sulla quale poggia la foto del contadino, rappresenterebbe proprio casa sua, lo sgretolamento successivo, rappresenta l’invasione tecnologica, particolarmente traumatizzante nella società degli anni ’70 che costringe il contadino a condividere dimora coi ghetti moderni dell’agglomerato urbano che soffocano la natura.
Molti esperti di occultismo hanno, inoltre, sostenuto che la figura del contadino nella front cover dell’album non sia una casualità, riconducendolo a George Pickingill, un agricoltore inglese vissuto tra l’800 e il 900. Sarebbe certo che Pickingill praticasse le arti magiche e frequentasse l’esoterista Aleister Crowley, idolo di Jimmy Page con cui praticava la magia nera. Ritroviamo proprio nella figura del contadino, quindi, il primo simbolo fondamentale dell’album relativo all’attaccamento dei Led Zeppelin con la natura e l’arcano. A partire dai simboli della band, questa comincia ad essere attribuita alla figura di Aleister Crowley, sinonimo di criptico ed inspiegabile, punto nevralgico delle arti oscure. Page colleziona oggetti a lui appartenuti, legge i suoi libri e, poco tempo prima di IV, egli acquista la sua vecchia casa, Boleskine House per trasformarla in un tempio di sorta. Più tardi, Page proverà ad acquistare anche l’abbazia di Thelema in Sicilia, senza successo. Il simbolismo dei Led Zeppelin sembra celato dietro le rune che, dopo poco, diverrebbero capro espiatorio delle disgrazie della band, come una maledizione da parte di Crowley che sembrerebbe non aver mai lasciato casa sua.
Le Quattro Rune dei Led Zeppelin
Ad ogni modo, l’Atlantic accetta riluttante l‘anonimia dei Led Zeppelin nell’opera, pur tenendo presente che, fino ad allora, la band era stata una gallina dalle uova d’oro per le tasche dei discografici. L’azienda obbliga, quindi, i 4 a scegliere un simbolo rappresentativo ciascuno. Le rune dei Led Zeppelin sono tra i simboli più rappresentativi del Rock n’ Roll, la profondità intrinseca del loro significato ha spinto la band a non essere spesso creduta in merito alle dichiarazioni intercorse negli anni sull’interpretazione di questi. Non è dato sapere se l’intenzione del gruppo, evitando domande specifiche e tergiversando con le risposte fosse quella di non spaventare i fan più suscettibili o perdurare un alone di mistero talmente fitto da risultare sostanzialmente impenetrabile. La runa di Jimmy Page, secondo il processo cerebrale della pareidolia, con cui la mente umana approssima i simboli alle lettere alla ricerca di una parola o di un messaggio “comodamente” decifrabili, trasformano questo simbolo nella parola “ZoSo”. Ovviamente, siamo ben lontani dal significato reale del simbolo; i gusti singolari di Page in quanto ad hobby e passioni rendono il dibattito aperto ancora oggi a 48 anni dall’esordio delle rune e, sicuramente, lo faranno ancora per molto, vista l’eternità artistica con cui la band è diventata una pietra miliare della cultura moderna.
In ogni caso, nel corso delle varie interviste in cui è stata posta la domanda, Page ha sempre risposto affermando che, il vero significato del simbolo fosse interpretabile solo da lui e che, per sua volontà, sarebbe rimasto segreto. Alcune libere interpretazioni, però, vederebbero “ZoSo” come un disegno stilizzato nato dalla mano di Page per rappresentare un gatto, come simbolo divino di discordia ed idolatria, come la storia secolare ci insegna. Il gatto rappresenta in molte culture il collegamento demoniaco tra l’energia oscura dell’universo e l’essere umano. Buona parte degli studiosi, invece, asseriscono senza remore alcuna che la runa di Jimmy Page non sia una sua idea e che sia ritrovabile nell’alfabeto magico e nella griglia del matematico Girolamo Cardano, vissuto nel ‘500. I sostenitori di questa teoria, affermano, inoltre, che il simbolo sia un sigillo necessario per pronunciare un messaggio segreto con cui stringere un patto col Demonio. Jimmy Page non ha mai risposto a queste teorie apparentemente speculative ma, innegabilmente affascinanti. Tenendo la sua runa nascosta nella nebbia da quasi mezzo secolo.
In molti interpretano il simbolo dei tre cerchi intrecciati di John Bohnam come un omaggio alla famiglia, altri come una batteria stilizzata o, ancora, come un tributo alla birra Brillantine. Una cosa è certa, comunque, John era un ragazzo tranquillo di periferia, uno sbalzo talmente repentino che lo portò a diventare una superstar in così poco tempo provocò in lui una metamorfosi regressiva terribile. L’abuso di alcool lo rese aggressivo ed eccessivo, stanze d’albergo distrutte ed innumerevoli risse segnarono la disfatta etica di Bonzo. Le interpretazioni finora elencate, comunque, non lascerebbero spazio all’esoterismo, se solo non fosse che la runa di Bohnam sarebbe presente nel libro di Crowley “Il Tarocco dello Ierofante” e nel “Libro di Segni” di Rudolf Koch. Il simbolo rappresenterebbe, secondo entrambi gli scritti, la Trinità.
La Triquetra di John Paul Jones è una runa di origini celtiche, ritrovata nel libro di Koch. Essa è simbolo di saggezza, tranquillità, competenza e sicurezza. Ricordiamo che Jones è un musicista polistrumentista, ha sempre dimostrato di essere la personalità più equilibrata nella band. Pare che la Triquetra sia simbolo dell’indole di John. La runa è composta da tre punte unite da un cerchio, non è un caso che sia molto difficile da disegnare. Il significato del simbolo è, come nel caso di Bohnam, riconducibile alla Trinità ed alla fertilità femminile.
Robert Plant disegna di suo pugno una piuma inscritta in un cerchio. È risaputo che i Led Zeppelin debbano maggiormente il loro successo a Plant e Page, autori della maggior parte dei brani. La piuma sarebbe quindi simbolo di matrice della scrittura. Il simbolo è stato approfondito come rappresentazione della Dea egizia Maat, portatrice di giustizia, armonia e verità. Le interpretazioni più misteriose da parte degli esperti, rimandano la piuma ad un famigerato rituale della magia nera. Il cerchio del sortilegio in cui la piuma veniva posata disponeva lo stregone a vendere la propria anima al Diavolo.
La quinta runa dei Led Zeppelin, più nascosta e, di conseguenza, meno famosa, rappresenta tre triangoli uniti al vertice ed è un omaggio all’ amica cantante Sandy Danny, unica donna con cui gli Zep duetteranno per il brano “The Battle Of Evermore”. Sandy troverà un triste destino pochi anni dopo, morta per emorragia cerebrale a seguito di una caduta dalle scale sotto effetto dell’alcool nel 1978. Il decennio successivo alla pubblicazione di IV vedrà, infatti il crollo emotivo definitivo dei Led Zeppelin, l’incidente a Rodi che riduce Plant e sua moglie in fin di vita nel 1975, la morte di Karac, secondogenito del cantante nel ’77 e, per concludere la tragica scomparsa di John Bonham il 25 settembre del 1980 con cui il dirigibile si schianterà definitivamente al suolo. Un mese dopo, Page metterà in vendita Boleskine House, accusando il tempio di essere causa delle maledizioni cadute sulla band nel corso del decennio.
Altri simboli nascosti dietro Led Zeppelin IV
Il fascio di legname dietro la schiena del contadino rimanda al dieci di bastoni nelle carte dei Tarocchi. Il Ten of Wands, rappresenta il raggiungimento di un obiettivo dopo molto lavoro e tanti sforzi. Le conclusioni tratte dagli studiosi su questo simbolo lo riportano come l’allegoria di un sacrificio forse troppo grande da sostenere al fine di tangere un determinato scopo. Comunque sia, ogni carta dei tarocchi presenta un insegnamento che, in questo caso è un avvertimento a guardare alle proprie responsabilità dopo aver raggiunto le proprie vette. Nella fattispecie, il ciclo del progresso e l’avanzata pericolosa della tecnologia di cui l’uomo deve tener conto (fronte e retro cover). L’ Eremita viene scorto in lontananza, in cima ad un precipizio, incappucciato e di bianco vestito, egli regge la luce della verità, rappresentata da una lanterna nella quale viene posta la stella di Salomone a sei punte, simbolo di forte vicinanza spirituale tra il mondo terreno e l’universo mistico. Anche in questo caso, nei Tarocchi, quella dell’Eremita è una carta d’avvertimento atta alla riflessione prima di lasciare una zona conosciuta in favore di un sentiero mai calpestato. Il simbolo dell’Eremita viene interpretato come la necessità delle persone di allontanarsi dal caos cittadino in favore della pace interiore e di condividere la conoscenza e il progresso senza isolarsi. Inoltre, in alcune versioni del disco, è possibile scorgere un giovane coi capelli lunghi incamminarsi verso il precipizio, egli è il discepolo dell’Eremita che gli mostra la retta via illuminandogli il cammino con la luce della verità. La metafora chiude il ciclo vitale, lasciando un messaggio alle generazioni future, sfruttare il progresso responsabilmente per non rovinare il contributo passato incenerendo il raccolto. In molti sostengono la presenza di un volto nascosto, aprendo la copertina interna del disco in tutte le versioni e, posizionandola contro uno specchio si potrebbe scorgere, forse per suggestione o per effettiva presenza il volto di un demone, di un drago o, magari, del Black Dog.