Una delle domande più frequenti quando ci si reca per andare ad un concerto è: “quanto vuole l’artista x per andarlo a vedere?“. Se li merita davvero quegli 80 euro per il parterre (100 euro sulla tribuna numerata? E soprattutto: il posto vale i soldi spesi? Oggi andremo a vedere come il prezzo dei biglietti è cambiato nel corso del tempo nel suolo italiano. Se pensate, Jimi Hendrix (in America) aveva un prezzo di 6 dollari (SEI!) a biglietto mentre oggi per Celine Dion si parte da 70 euro. Vediamo come si è evoluto il prezzo.
Il cambiamento nel prezzo dei biglietti
Vogliamo darvi qualche esempio di rincaro biglietti, prendendo in considerazione 3 artisti: i Foo Fighters, Bob Dylan e i Depeche Mode.
I Foo Fighters costavano nel 1997 32mila lire, nel 2012 il prezzo arrivava a 60 euro.
I Depeche Mode nel 1998 chiedevano 42mila lire, 60 euro invece nel 2012 (nel 2006 i fan dovevano spendere 40 euro, non 60).
Infine Bob Dylan con i suoi 80 euro nel 2012 contro i 40 euro del 2005.
Perchè i biglietti costano così tanto?
Cosa è successo? Di chi è la responsabilità del rincaro? Indubbiamente il passaggio lira–euro ha influito con il cambio monetario, ma non è l’unico fattore. LiveNation, uno dei portali più grandi di compravendita biglietti, è stato accusato di aver alzato i prezzi in maniera vertiginosa, alzando anche i cachet degli artisti (riversati poi nei consumatori). LiveNation però ha respinto tutte le accuse ri-accusando a sua volta i management degli artisti, avidi di danaro e restii ad un abbassamento dei prezzi perchè ciò porterebbe un minor guadagno all’artista (e al suo entourage).
Le dichiarazioni del manager di Cremonini
Il manager e produttore di Cesare Cremonini, Walter Mameli, ha posto in luce un dato molto importante: la questione pirateria e i vari mercati illegali. Mentre 30/40 anni fa gli artisti guadagnavano molto con la vendita dei dischi, ora le cose son cambiate. Il mercato della pirateria ha modificato il mercato e le varie piattaforme musicali con abbonamento mensile hanno cercato di arginare il problema (vedi Spotify, Deezer, Tidal ecc.).
È chiaro però che l’ascolto di un album su Spotify di un artista NON comporta un guadagno di 14 euro, ossia il costo di un disco. La monetizzazione è molto diversa e complessa. Ecco perchè si guadagna di più con i live. Ormai gli artisti, opinione condivisa anche da vari altri critici musicali, guadagna quasi solo con i concerti e i dischi/singoli vengono fatti uscire per pubblicizzare i live.
Costi importanti
Roberto De Luca, presidente di LiveNation Italia, ha parlato dei vari costi da sostenere. I tecnici, la sicurezza e attrezzatura vanno ovviamente pagati. Un palco può arrivare a costare fino a 400mila euro e per un solo concerto la spesa può arrivare ai 2 milioni di euro.
Ipotizzando di fare un concerto sold out a San Siro (quindi 60mila persone), gli organizzatori pagano 4/5mila euro al giorno solo per usufruire delle luci di servizio. Se si conta anche il costo di migliaia di persone per una settimana di lavoro, orientate a 2/3 ore di concerto, si può capire il costo del biglietto. Un tempo, il prezzo era molto ammortizzato dalle vendite dell’album e non c’era una organizzazione così meticolosa come se fosse un vero show.
Tra diritto di prevendita, assicurazione, commissione di servizio online e spedizione, il biglietto arriva facilmente a 65 – 70 euro e serve anche a pagare tutto ciò che ruota attorno al concerto.