Nel 1969 i Led Zeppelin sono nuovamente pronti a stupire il pubblico con un secondo album che sconvolge e ridefinisce le carte in tavola. Deviando e prendendo le distanze dalle suggestioni blues del primo lavoro discografico, con Led Zeppelin II la band di Jimmy Page e Robert Plant estende il proprio sound rock. L’album – oltre ad essere uno dei più duri della formazione – fornisce ispirazione e apre la strada a numerose band hard rock che verranno dopo. Ciò che lo rende ancora più interessante è il fatto che Jimmy Page e soci ebbero pochissimo tempo per comporlo, molto spesso trovandosi a scrivere nelle stanze d’albergo in cui soggiornavano. Per ricordare il disco capolavoro dei Led Zeppelin andiamo alla scoperta di 5 canzoni che lo hanno reso famoso.
Whole Lotta Love
Primo posto non per importanza ma sicuramente perché Whole Lotta Love è uno dei brano più conosciuti e noti dei Led Zeppelin. Il pezzo di chitarra che apre il pezzo è istantaneamente riconoscibile anche dai non amanti del genere. Ciò che rende Whole Lotta Love interessante è il suo carattere innovativo e avanguardista – specialmente nell’intermezzo strumentale. Per il periodo di pubblicazione – il 1969 – la canzone contiene delle sonorità e degli effetti davvero avanti con i tempi. “Era qualcosa che nessuno aveva mai fatto prima di allora – dirà poi Jimmy Page – dimostra quanto pensavamo avanti, quanto il lavoro fosse avanguardista e quanto ci stessimo divertendo a farlo”.
The Lemon Song
Dopo la pausa pacifica e calma rappresentata da What Is and What Should Never Be – uno dei primi contributi di Robert Plant alla band – arriva la ben più scandalosa The Lemon Song. Il brano si caratterizza per il noto e lunghissimo assolo di John Paul Jones. Con evidenti suggestioni da Killin Floor di Howlin Wolf’s, la traccia sembra avere sonorità blues ad un primo ascolto. In realtà il pezzo di basso di Jones si avvicina più al funk. The Lemon Song rappresenta il primo stadio di quello che i Led Zeppelin impareranno molto bene a fare con il tempo. Prendere le loro radici blues, de-costruirle e trasformarle.
Heartbreaker
Led Zeppelin II – disco evidentemente hard rock e pesante – lascia spazio anche a ballad tranquille come Thank You. Brano sommesso, dedicato da Robert Plant alla moglie. Subito dopo si torna su terreni più duri con Heartbreaker, altro famosissimo pezzo con un altro famosissimo riff. La punta di diamante della traccia è sicuramente l’assolo di Jimmy Page – improvvisato e registrato in uno studio diverso rispetto agli atri brani. “Ho cercato di fare qualcosa di diverso o qualcosa a cui nessuno aveva ancora pensato – disse Page nel 1993 – ma la cosa interessante di quell’assolo è che venne registrato quando già avevamo finito Heartbreaker”.
Ramble On
Dopo il travolgente Living Loving Maid (She’s Just a Woman), arriva Ramble On di ispirazione tolkeniana. Anche questo pezzo – come le altre pietre miliari di Led Zeppelin II – si caratterizza per l’iconico assolo di Jimmy Page. Il chitarrista eseguì la parte utilizzando una pedaliera costruita appositamente per lui dal famoso costruttore di effetti Roger Mayer.
Moby Dick
Il penultimo pezzo di Led Zeppelin II è probabilmente l’eredità più grande lasciata dal grande batterista John Bonham. Durante le esecuzioni live di Moby Dick, l’assolo di batteria veniva dilatato a dismisura quasi fino ad arrivare a mezz’ora. Prima della pubblicazione del disco, i pezzi di Bonham venivano eseguiti quasi esclusivamente sul palco. Leggenda narra che l’assolo di Moby Dick invece, sia stato registrato a spezzoni da Jimmy Page durante le prove in studio. Alla fine – le parti improvvisate dal batterista – erano state missate insieme. Led Zeppelin II si chiude poi con il pezzo blues Bring It on Home.