Forse il titolo non vi sembrerà così familiare, ma la copertina sicuramente sì. Si tratta un disco unico, che va oltre le definizioni di bello, avvincente e psichedelico. Già dalla copertina con questa mucca vista dal posteriore che guarda fisso l’osservatore. Vediamo la storia di Atom Heart Mother dei Pink Floyd.
Ispirazione Andy Warhol
L’ispirazione dell’album è venuta dalla carta da parati con le mucche di Andy Warhol. Lo studio Hipgnosis, creatore di molte copertine celebri dei Pink Floyd e non solo, decise di seguire le idee di Waters e company. Si recò a fotografare qualcosa di ordinario e semplice e che fosse distante dall’immagine dello space rock dell’epoca. Ecco il simbolo perfetto: una mucca.
La mucca costituiva un simbolo davvero particolare. Con il rock non c’entra nulla ma sicuramente attira lo spettatore. Vuoi per provocazione o per curiosità, ma l’accostamento tra qualcosa di ordinario e “banale” con il rock era qualcosa di mai visto. I funzionari della EMI non furono affatto felici di questa idea grafica, oltre per il fatto di non riportare né il titolo né il nome del gruppo. A giudicare dal grande successo, l’accostamento rock – mucca funzionò benissimo (se siete curiosi di sapere la storia di altre copertine, ne abbiamo parlato qui).
Pink Floyd fase 2.
Questo disco apre una seconda fase dei Pink Floyd e fu una vera svolta. Il rock psichedelico venne parzialmente abbandonato (sarebbe meglio dire che subì un’evoluzione), avvicinandosi già verso il progressive rock. Lo si può capire dalla traccia omonima Atom Heart Mother, lunghissimo (più di 23 minuti di brano) esempio strumentale (o suite) diviso in 6 atti.
C’è molto di cui parlare, anche solo di questa suite. Si parte da un inizio molto evocativo con esplosioni e rumori di motori e cavalli. Si prosegue con duetti tra organi e violoncelli fino ad elementi di jazz e musica di avanguardia, unendo funky e riferimenti Beat. Grande importanza in questo disco è da imputare da Ron Geesin, compositore strumentale amico di Waters.
Uno dei pezzi più famosi è però If, rivolta e implicitamente rivolta a Syd Barrett, ormai fuoriuscito dal gruppo. Scritta da Waters e considerata una delle più intime dei Pink Floyd, il brano si riferisce ai sensi di colpa che lo stesso Waters aveva quando costrinse Barrett a lasciare i Pink Floyd. Curiosità: di questo brano esiste una reinterpretazione (intitolata Se) realizzata da Morgan che si distanzia non poco dalla versione originale.
Se ne potrebbe parlare molto di questo album, quali sono i vostri brani del disco? Vi è piaciuto o lo considerate un disco di transizione?