Sesso, droga e rock n’roll. Quante volte abbiamo sentito questi tre grandi temi legati al mondo della musica? Qualche milione di volte. Ma quanto vale nel nostro cervello, a livello di risposte nervose? Vediamo insieme gli effetti della musica sul cervello umano, non solo quella rock.
Musica ed effetto oppiaceo
Secondo uno studio condotto alla McGill University del Canada, la musica, così come il sesso o alcuni tipi di droghe, dà effetti piacevoli al cervello molto simili a quelli del sesso. È stato introdotto un farmaco, il naltroxene, in alcuni soggetti tester, facendo ascoltare loro il loro brano preferito. Il farmaco agisce come un “bloccante” dei recettori oppiacei e si è notato che le persone reagivano in maniera estremamente passiva, quasi vuota.
Abbiamo capito che è meglio drogarsi di musica che usare cocaina, eroina e altre schifezze.
Musica e medicina: che cos’è la music therapy
Di grande interesse è il rapporto musica e sanità, la music therapy. Si utilizza la musica per migliorare, mantenere o recuperare le funzioni cognitive, emozionali e sociali. O per rallentare la progressione di alcune gravi malattie. La musicoterapia attiva quasi tutte le regioni del cervello, recuperando attività linguistiche e motrici.
Quando si fa o si ascolta musica si mettono in moto regioni del cervello coinvolte nelle emozioni, nella conoscenza e nel movimento. Essa compensa i deficit delle regioni cerebrali danneggiate e induce stati d’animo positivi, aumentando l’eccitazione.
Le scoperte degli antichi greci
Le potenzialità della musica erano studiate già migliaia di anni fa, già con i Greci. La musica rilascia nel cervello dopamina, un neurotrasmettitore che stimola le varie aree cerebrali. Dal momento della loro percezione da parte dell’udito, i suoni vengono trasmessi al tronco cerebrale prima e alla corteccia uditiva primaria poi. La musica viene immagazzinata per poi essere riascoltata. Che ci sia Freud tra una canzone dei Queen e l’altra?
La musica e l’uomo hanno sempre viaggiato insieme. Molti ritengono che la musica e il suo utilizzo creativo dei sistemi cerebrali abbia sviluppato varie forme d’arte. A seconda dei nostri stati di coscienza, l’essere umano attraversa un mare fatto di onde cerebrali che agitano le nostre acque.
Le onde del nostro cervello determinano diversi stati di coscienza. Ecco perché determinati tipi di musica ci risultano eccitanti o rilassanti. Un esempio è l’effetto Mozart. Pare che ascoltare la Sonata in re maggiore per due pianoforti di Mozart aumenti delle capacità cognitive. Provateci. Poi fate un test del QI…