Il successo di una band o di un artista musicale non dipende solo dai contenuti, a maggior ragione oggi. Viviamo in un’era in cui l’apparenza e l’immagine sovrastano il resto. Ma torniamo un attimo indietro nel tempo e parliamo delle copertine dei dischi. Possono essere citati molti esempi virtuosi e vere opere d’arte; come la copertina di In The Court of the Crimson King dei King Crimson. Oggi vediamo le copertine dei Pink Floyd. Dovete sapere che non c’è solamente il prisma su sfondo nero di The Dark Side of the moon. Tra le altre cose, c’è la splendida mostra THE PINK FLOYD EXHIBITION in cui poter vedere la storia delle copertine del gruppo e dello studio che le ha create.
Che cos’è lo studio Hipgnosis
I progettisti Audrey “Po” Powell e Storm Thorgerson sono considerati tra i più importanti grafici del mondo musicale, insieme al compianto Barry Godber (che ha lavorato per i King Crimson), a Peter Blake con i Beatles e al fotografo Anton Corbijn, realizzatore di molteplici progetti e lavori per U2, Depeche Mode, New Order, Johnny Cash e molti altri. I fratelli dello studio Hipgnosis hanno dichiarato di aver conosciuto fin dall’inizio Barrett, Waters e compagnia e che fu proprio Syd Barrett, il crazy diamond della band, a suggerire loro il nome Hipgnosis.
L’elemento che sorprende è che loro ebbero sempre carta bianca per realizzare i loro progetti di copertine. Come i grafici sapranno, è molto difficile, per non dire impossibile, avere completa libertà dal committente. A volte a Powell e Thorgerson venivano date demo, a volte solo dei testi, altre ancora solamente il concetto di base. Si mettevano a lavorare e dal confronto usciva sempre qualcosa di interessante.
Le copertine dei Pink Floyd ideate dallo studio Hipgnosis
Alcune volte le idee creative per le copertine venivano dai Pink Floyd: la copertina di Animals, che raffigura un maiale volante sopra la Battersea Power Station, fu un’idea di Waters. Wish You Were Here aveva invece come concetto di base l’assenza delle persone e alla loro insincerità. Così presero due uomini d’affari che si stringevano la mano ma uno dei due doveva prendere fuoco per far passare questo messaggio. Oppure la storia della mucca.
Stiamo parlando dell’album Atom Heart Mother in cui è presente solo una mucca in copertina. Non c’è neppure il nome della band. Questo era assolutamente inaccettabile per la casa discografica ma fu un grandissimo successo per la band. La gente era incuriosità da quella mucca, si chiedeva cosa significasse e quale fosse l’arte dei Pink Floyd. Hipgnosis fece uso del surrealismo a scopo promozionale in modo altamente non convenzionale.
La copertina di The Dark Side of the Moon
Lo stavate aspettando, lo sappiamo. L’immagine del prisma attraversato da una luce invisibile che genera un arcobaleno. Chiaramente l’ispirazione viene da Isaac Newton e dal suo prisma triangolare. Il triangolo era il simbolo di pensiero e ambizione ma anche il suono della musica. Inoltre, il colore verde dell’arcobaleno, se si nota con attenzione, è disegnata come un elettrocardiogramma. Quest’idea venne amata da Gilmour e come dargli torto, si tratta di un’idea molto semplice e di grandissimo impatto.
Ma c’è una curiosità. L’idea dello studio Hipgnosis non era questa. Powell e Thorgerson erano appassionati di fumetti Marvel e per trasmettere il mondo cosmico dell’album pensarono a Silver Surfer. Avete letto bene, il personaggio Marvel che, come gli appassionati dei fumetti sapranno, viaggia per l’universo a bordo di una tavola, cercando mondi giusti per nutrire il suo protettore, Galactus. Alla fine questa idea non venne eseguita, chissà come sarebbe stato quell’album con una copertina diversa?
E voi cosa ne pensate? Quali sono le vostre copertine dei Pink Floyd preferite?