Dal 23 luglio al 25 luglio 1999 si è tenuto il raduno, dopo 30 anni, del festival musicale più apprezzato e famoso della storia della musica, il Festival di Woodstock. Molti ricorderanno la celebre fotografia (per saperne di più clicca qui) dei due innamorati in primo piano, serafici, incuranti di tutto il resto, uniti solo dal potere della musica. Le cose però erano notevolmente cambiate, la musica era cambiata, le band e gli artisti presenti erano tutti “nuovi” e molti considerano questo Woodstock 1999, 30 anni dopo, come “la fine degli anni ’90”. Ma andiamo a vedere perché.
Le risse durante il Festival di Woodstock ’99
Il clima nel 1999 a Rome, nello stato di NewYork, non era dei più semplici, soprattutto dal punto di vista logistico e organizzativo. Molteplici sono stati i problemi di gestione anche solo per la grande mole di persone (si parla di più di 220mila persone), a cominciare dai bagni, assolutamente inadeguati e relativamente pochi considerando il pubblico presente.
Senza poi contare i prezzi, a dir poco esorbitanti, anche solo per una bottiglia d’acqua e questa abitudine purtroppo si verifica anche nei concerti e festival odierni. Tutto è poi sfociato in molteplici risse, feriti, tafferugli e scontri tra il pubblico, persino violenze sessuali e falò nati durante le esibizioni degli artisti in gara (come nel pieno del concerto dei Limp Bizkit).
Il motto del Festival di Woodstock del 1969
Come molti sanno, il Festival di Woodstock nel 1969 viene considerato come l’emblema della rivolta giovanile contro il pressante potere dei governi, non solo quello statunitense. Il potere della musica riuscì a raccogliere in quel luogo (la città di Bethel nella contea di Woodstock) circa 500mila persone (alcuni parlano addirittura di 1 milione) in un clima “psichedelico“.
Un gran percentuale di gente era alterata da LSD e Cannabis e questo fatto contribuì a creare il mito dei “figli dei fiori” in un’atmosfera però incredibilmente serena. La grande massa si era mossa non per far guerre, ma spinti dal sentimento della pace e dell’amore reciproco. Una grande esperienza e dimostrazione della protesta silenziosa che può essere più forte di spranghe, manganelli e pistole.
Artisti presenti sul palco
Ogni dieci anni il Festival viene ripetuto ed è inutile affermare che ogni riproposizione non si avvicinò mai allo spessore umano e culturale della prima edizione. Questo non fu dovuto solamente alla non-presenza di Jimi Hendrix, Janis Joplin, Who e molti altri perché, si sa, la musica si evolve (quasi) sempre.
Le persone erano cambiate, nel 1999 (forse come oggi) la gente era più arrabbiata, non poteva essere guidata dalla rivoluzione pacifica. Lo spessore di certi nomi nel 1999 fu comunque indiscutibile. Ci furono Jamiroquai, Red Hot Chili Peppers, Korn e i Metallica, solo per citarne alcuni.
Lo scopo di Woodstock ’99
Gli scopi erano forse cambiati. Forse il fattore economia aveva prevalso su tutti. Forse il fattore soldi aveva avuto la meglio sull’elemento più rivoluzionario e, al contempo, pacifico. Ecco perché fino a poco tempo fa era girata la voce, ampiamente confermata, di un Woodstock 2019. Tutto però naufragò. Gli artisti (quelli veri) c’erano ma c’erano anche quelli che nulla c’entravano.
Grandi proteste uscirono infatti quando si sentì che avrebbe partecipato Miley Cyrus. Ma forse la serena rivoluzione non basta più. Forse ora ci sono solo guerra e violenza come strumenti di protesta. Dal Woodstock 1999, 30 anni dopo, noi speriamo che si riconsideri di nuovo la musica come un’arma, non come riempitivo o come pallido sfondo.