Tutto è iniziato come una semplice frase. Il titolo di una canzone. Che poi è diventato qualcosa di più, un intero album – il settimo per i Linkin Park e l’ultimo per Chester Bennington. One More Light vedrà la luce il 19 Maggio 2017, pubblicato dalla Warner Bros. Records. Il 20 Luglio dello stesso anno la voce e l’anima della band morirà suicida. One More Light non è solo l’ultimo disco dei Linkin Park come band. E’ anche il lascito definitivo di un frontman carismatico e amato, il lavoro attraverso il quale il ricordo di Chester Bennington vivrà per sempre. Quale storia si nasconde dietro One More Light?
Gli antefatti e l’intervista a Mike Shinoda
Nel 2016 Mike Shinoda – rapper, cantautore e fondatore dei Linkin Park – annuncia in un’intervista a Rolling Stone il decisivo cambio di rotta nella produzione musicale della band. Shinoda fa sapere che il gruppo sta sperimentando molte cose diverse e molte direzioni possibili. I brani del nuovo album saranno molto “personali e rivelatori”. Lo stesso Chester Bennington si è dichiarato molto soddisfatto e orgoglioso del nuovo lavoro, in cui tutti i membri dei Linkin Park hanno messo qualcosa di personale e intimo.
Al momento dell’uscita tuttavia, One More Light non viene accolto calorosamente dalla critica specializzata. La mossa sperimentale e la deriva pop dell’ultima fatica discografica, non accontentano i detrattori, abituati a ben altri lavori dei Linkin Park. Sebbene gli venga riconosciuto il coraggio di aver tentato qualcosa di diverso, nessuno vi trova le radici viscerali e più autentiche dei primi lavori. La reazione di Chester Bennington si dimostra molto accesa e furiosa, totalmente in disaccordo con le accuse dei critici e del pubblico.
One More Light e la risposta di Chester Bennington
Al momento dell’uscita di One More Light e delle accese critiche rivolte al disco, Chester Bennington era stato intervistato da Music Week per rispondere ai propri detrattori. “Se state dicendo che lo abbiamo fatto per una ragione commerciale o economica, cercando di fare successo con quale formula…allora pugnalatevi in faccia” aveva risposto il frontman con veemenza. “Non me ne frega niente di quello che dicono – aveva poi ribadito qualche settimana dopo – le uniche volte in cui mi da fastidio è quando la gente la sposta sul personale”.
Sebbene non accolto calorosamente e con lo stesso entusiasmo dei precedenti lavori, One More Light rappresenta sicuramente il capitolo più emozionante e intimo della carriera dei Linkin Park. Chester Bennington ha sempre ammesso il grande distacco da Hybrid Theory o anche dal precedente The Hunting Party, ma ha sempre ribadito la necessità – personale e musicale – di andare avanti e abbracciare il futuro.
“La mia risposta prima era di chiudere gli occhi, prendere un machete e iniziare ad agitarlo – ha confessato una volta il vocalist, parlando del suo metodo creativo – ha funzionato per molto tempo, ma in quel modo non sai mai dove stai andando e cosa stai colpendo. Ora mi guardo intorno e vedo dove voglio andare e cerco il modo più produttivo per arrivarci. Lavoro con quante più persone possibili per aprirmi un cammino pulito”.