Roy Buchanan, nato il 23 Settembre 1939 a Ozark (Arkansas), è considerato ancora oggi uno dei chitarristi più influenti al mondo. Le sue tecniche hanno ispirato intere generazioni di musicisti, a tal punto da fargli guadagnare la 57esima posizione dei migliori 100 chitarristi al mondo. Ma allora perché Roy Buchanan non ha mai raggiunto la fama? La risposta è molto semplice: il successo, talvolta, non premia chi davvero lo merita.
Roy Buchanan: il chitarrista che ha influenzato intere generazioni
Roy Buchanan probabilmente non aveva la presenza scenica delle grandi rockstar, ma era originale, fantasioso e aveva dalla sua parte un talento innato. Il piccolo Roy impugnò la sua prima chitarra all’età di cinque anni e a nove già prendeva lezioni private. La signorina Clara Presher, sua insegnante, scoprì in seguito che Roy non sapeva leggere le note: imparava tutto ad orecchio. E, da buona insegnante, gli diede un consiglio molto prezioso: “Caro Roy o suoni con il cuore o è meglio che smetti”.
Roy, difatti, il cuore ce l’ha sempre messo. Nonostante il suo strabiliante talento è sempre stato un uomo indifferente verso la fama e le luci dei riflettori. La ragione è una ed una sola e fui lui stesso a spiegarla: “Il motivo per cui non ho mai puntato al successo è perché non mi è mai interessato. L’unica cosa che desideravo era suonare la chitarra, più per me stesso che per gli altri.”
I primi passi verso la musica di Roy Buchanan
Il chitarrista, nato ad Orzak e trasferitosi poi in California con la famiglia, ha iniziato ad approcciarsi al mondo della musica ascoltando soprattutto gospel e folk. All’età di 15 anni suonava nella band di Johnny Otis. A 19, invece, era negli studi di registrazione della Chess Records per incidere un disco di Dale Hawkins. A 20 anni Roy era già qualcosa di più di una promessa delle 6 corde: era uno dei chitarristi più talentuosi in circolazione, aspettava solo che qualcuno lo notasse.
Negli anni sessanta il chitarrista spesso si esibiva come sideman con diverse rock band. Negli anni settanta, invece, suonava di tanto in tanto a Washington con la Danny Denver Band. Sono questi gli anni in cui iniziò la sua carriera discografica, fatta però di alti e bassi a causa delle sue dipendenze da droghe e alcool.
“Il più grande chitarrista sconosciuto del mondo”, il documentario sulla vita di Roy Buchanan
La vita del chitarrista ebbe finalmente una svolta nel 1971, quando la PBS realizzò un documentario di un’ora a lui dedicato e intitolato “il più grande chitarrista sconosciuto del mondo”. Nello stesso periodo firmò un contratto con la casa discografica Polydor e ottenne grandi lodi da artisti come John Lennon, Eric Clapton, Merle Haggard, Jeff Beck, e Jerry Garcia. Addirittura pare che i Rolling Stones lo avessero invitato nel gruppo per sostituire Brian Jones. Roy, però, rifiutò l’invito e questo gli fece guadagnare l’appellativo de “l’uomo che rifiutò gli Stones”.
La tragica sera del 14 agosto 1988
Sembrava che la vita stesse regalando a Roy Buchanan una seconda occasione, purtroppo però il destino aveva in serbo per lui una sorte ben diversa. La sera del 14 agosto 1988, tormentato dai suoi demoni interiori causati soprattutto dall’abuso di cocaina e alcool, Roy fu arrestato in stato d’ebrezza dopo una violenta lite domestica. La mattina successiva le guardie della prigione di Fairfax, in Virignia, lo trovarono impiccato nella sua stessa cella. Sottovalutato a lungo da pubblico e critica, riservato e scontroso, esasperato da problemi esistenziali, Roy Buchanan ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica.