Nella musica molto spesso succedono i miracoli. Eventi memorabili o reunion inattese che scaldano, anche se solo per una sera, il cuore di milioni di fan. Il 2 Luglio 2005 i Pink Floyd compiono un miracolo riunendosi dopo 24 anni di distanza, in quello che sarà ricordato come il loro ultimo concerto ufficiale, al Live 8. Waters, Gilmour, Wright e Mason per l’ultima volta sul palco come una vera band sono un piacere per gli occhi e per le orecchie di tutti coloro la cui vita è stata segnata dalla musica dei Pink Floyd. Ma come si arrivò a quell’ultimo concerto? Cosa successe dietro le quinte?
Pink Floyd, prima del Live 8 del 2005
Il 12 Giugno 2005 venne ufficializzata una voce di corridoio che, fino a quel momento, sapeva tanto di suggestione. Il sito della BBC sganciò la bomba: il 2 Luglio i Pink Floyd – tutti e quattro insieme – si sarebbero esibiti al Live 8 ad Hyde Park. Un miracolo? La notizia in un battito di ciglia si diffonde a livello globale, smuovendo e suscitando l’entusiasmo di miliardi di persone. Il concerto a Londra inizia ad essere visto con occhi diversi. In una dimensione storica il Live 8 si prospetta come la prima, e forse l’ultima, occasione in cui i Pink Floyd suoneranno assieme dopo 24 anni.
I quattro storici musicisti tornano assieme sullo stesso palco per una buona causa. L’obiettivo è spronare i leader e i governi delle nazioni più ricche a cancellare il gap e il debito degli stati più poveri, aumentando gli aiuti e agevolando gli accordi commerciali. Bob Geldof – già organizzatore dello storico Live Aid del 1985 – decide di organizzarne una seconda edizione coinvolgendo le Nazioni del G8. Sebbene la line-up contenga artisti leggendari del panorama internazionale – U2, Elton John, R.E.M., Who, Paul McCartney…- quando viene annunciata la reunion dei Pink Floyd tutto passa in secondo piano.
“Bob parlò con David Gilmour e David non era molto entusiasta – racconterà poi Nick Mason riguardo ai giorni prima del Live 8 – […] lui era nel mezzo di un progetto solista. […] io pensai “Beh, questo è Dave”: puoi portare un cavallo fino all’acqua ma non puoi farlo bere. Nel caso di Dave non puoi nemmeno portarlo vicino all’acqua”. Poi Bob Geldof – storico amico di tutti i membri dei Pink Floyd – chiamò Roger Waters che riuscì a convincere David Gilmour. Nick Mason rivelò che tutti sentivano la vergogna di non aver suonato al Live Aid del 1985.
Le prove e il Live 8
Il 28 Giugno 2005 iniziarono le prove per l’esibizione dei Pink Floyd al Live 8. Sebbene fossero passati ben 24 anni dal loro ultimo concerto insieme, ci vollero solo tre ore per buttare giù la scaletta della serata. L’ultimo live assieme a Roger Waters avvenne il 17 Giugno 1981 all’Earls Court, come tappa conclusiva del The Wall Tour. La chimica e il feeling di una delle band più influenti e importanti della storia della musica non possono però scomparire nel nulla. Il 2 Luglio suonarono assieme per 24 minuti, uno per ogni anni in cui erano stati distanti, dopo i The Who e appena prima della chiusura affidata a Paul McCartney.
“E’ molto emozionante stare qui con questi tre ragazzi dopo tutto questo tempo – dirà brevemente Roger Waters durante l’intro di Wish You Were Here – stiamo facendo questo per tutti quelli che non sono qui e, in particolare, per Syd”. Il riferimento alla voce originaria dei Pink Floyd è d’obbligo. Il concerto dei quattro ad Hyde Park è storia. Un momento indimenticabile, simbolo di un capitolo bellissimo che non tornerà più – Wright morirà nel 2008. Intrecciato come sempre ad alcuni dei brani più belli che il mondo abbia mai ascoltato. Speak to Me, Breathe, Breathe Reprire, Money, Wish You Were Here, Comfortably Numb.