“Non lo so Rick, mi sembra falso…“, ma non lo è. La rappresentazione stilizzata di un fallo è comparsa sulla copertina del primo album dei Foo Fighters, dall’omonimo nome, risalente al 1995. La vittima? Un collezionista statunitense che ha voluto farsi autografare il disco da Dave Grohl, il quale è proprio il Picasso in questione.
Dave Grohl e il disegno osceno sulla copertina di “Foo Fighters”
Se c’è una cosa che si può dire di Dave Grohl, è che sia senza dubbio un allegro spiritosone. Infatti, appena gli si è presentata l’occasione per esprimere tutta la sua giovialità, l’ha presa al volo, anche se a discapito di un suo fan. Un cacciatore di autografi, che era pronto a rivendere a caro prezzo il primo album della band Foo Fighters, ha avuto la fortunata occasione di farselo firmare da Grohl in persona. Quest’ultimo, essendo molto affezionato alla sua prima opera post Nirvana, ha sì autografato l’album, ma come tocco di classe ci ha disegnato di fianco… un organo genitale maschile, o almeno, il suo scarabocchio.
A far trapelare il divertente episodio e la sua arte contemporanea, è stato un utente di instagram, Biroangela. Esso è affiliato a Hollywood Autograph News, piazza di compravendita di cimeli situata sulla piattaforma online eBay.
Il misterioso cacciatore di autografi, una volta essere riuscito ad avvicinarsi al frontman e ad avergli fatto firmare la copia di Foo Fighters, vicino alla pistola futuristica raffigurata sulla copertina, si è ritrovato il buffo, ma osceno disegno fatto da Dave Grohl. La cosa ancora più comica è che la fotografia della riproduzione del disintegratore, utilizzato dall’eroe dei fumetti e della TV Buck Rogers, è stata scattata proprio da Jennifer Youngblood, ex moglie del cantante.
L’utente instagram Biroangela ha commentato il suo post dicendo: “Dave Grohl ha autografato una copia di Foo Fighters insieme a un originale schizzo. Si è preso gioco della pistola presente sulla copertina dell’album“, e ha continuato: “Almeno, io ho scelto di crederci. Forse detesta i collezionisti di autografi? Non ne sono sicuro…“.