Una delle band che ha più influenzato la storia della musica, determinandone un deciso cambiamento, è stata sicuramente quella dei Doors. Quando si parla della formazione rock statunitense non si può fare a meno di citare i grandi capolavori come People Are Strange e Light My Fire, non ci si può dimenticare del grande Jim Morrison né, tantomeno, di quanto sia stato determinante nella sua storia il suo personaggio. Tale importanza inizia dal nome stesso, un concentrato di filosofia e poesia che rispecchia in pieno l’animo dei Doors. Ma perchè la band si chiama così?
La tesi di laurea di Jim Morrison e la nascita dei Doors
Si può far iniziare la storia dei Doors da un momento specifico, diverso rispetto alle altre band. Se nella maggior parte delle formazioni la componente fondamentale è affidata all’amicizia tra due o più membri, che decidono di dar vita a un progetto non disponendo di mazzi specifici, nel caso dei Doors la storia parte da una sostanziale delusione.
Jim Morrison frequentava la UCLA School of Theater, Cinema and Television all’interno dell’Università della California. La sua laurea, fallimentare, fu influenzata da una tesi che venne accolta dalla commissione nonostante le sue imprecisioni: basti pensare che la pellicola presentata si ruppe più volte, a dimostrazione di un impegno tecnico non soddisfacente. Per la delusione e per il ribrezzo verso il suo lavoro, Morrison non si presentò a ritirare il diploma.
Qualche giorno dopo lo stesso cantante statunitense incontrò, in spiaggia, Ray Manzarek che aveva già conosciuto all’interno della scuola di teatro e cinema. Canticchiandogli il motivo di una canzone che aveva scritto, e dichiarando di non avere alcuna conoscenza musicale, Manzarek (che suonava all’interno Rick & The Ravens), gli decise di formare un gruppo. Nacquero, così, i Doors.
Perchè i Doors si chiamano così? Il riferimento ad Aldous Huxley e William Blake
Quello dei Doors è, sicuramente, uno dei nomi più celebri e iconici della storia del rock. Il motivo per cui fu scelto questo nome rispecchia in pieno l’animo del gruppo, mai banale nelle sue realizzazioni. Jim Morrison decise di far riferimento ad un celebre romanzo di Aldous Huxley (The Doors of Perception), all’interno della quale è presente una frase di William Blake: «Se le porte della percezione fossero purificate, ogni cosa apparirebbe all’uomo com’è: infinita.»
Molti dei testi dei Doors furono influenzati proprio dai canoni filosofici di Huxley, oltre che di Nietzsche e di Sofocle. Per quest’ultimo esempio basti citare l’Edipo Re ben presente all’interno di In the End.