Dopo aver estasiato milioni di persone con la sua voce profonda, ci lasciava il 22 dicembre 2014 Joe Cocker, cantante e musicista nato a Sheffield. Noto non soltanto per i suoi brani, ma soprattutto per le reinterpretazioni di brani già famosi o meno. Nel 1983 vinse anche un Grammy Award per Up Where We Belong, cantato con Jennifer Warners. Raggiunse molte volte la testa delle classifiche inglesi e statunitensi, collaborando con artisti del calibro di Jimmy Page o Brian May.
La morte di Joe Cocker è stata un perdita per il mondo della musica – che tra gli eccessi nella sua vita priata mostrava tutto il suo virtuosismo caratterizzato dall’alternanza del falsettone ad una voce più graffiante, oltre che interpretazioni vive e fisiche durante i suoi concerti.
La morte di Joe Cocker
La pubblicazione, nel 2012, del nuovo album Fire It Up portò il cantante inglese in un tour che durò per tutto il 2013. Una volta terminato il tour ci fu un lungo silenzio. Fu Billy Joel, nel settembre 2014, ad annunciare durante un suo concerto che le condizioni di Joe Cocker non erano positive.
Il 22 dicembre 2014 il triste annuncio: Joe Cocker morì all’età di 70 anni a causa di un cancro ai polmoni, nel suo ranch a Crowford, in Colorado (Stati Uniti).
Ultimi anni di Joe Cocker
Gli ultimi anni della carriera di Joe Cocker fanno parte di un secondo ciclo, quello della rinascita. Egli infatti ebbe un blocco durante il anni settanta, dovuto principalmente all’eccesso di alcol e droga. Furono anni bui in cui collezionò diversi arresti, dal possesso di marijuana fino al rifiuto di esibirsi sul palco per un semplice problema acustico.
Ma in questa seconda scalata al successo, Joe Cocker collaborò con molti artisti, tra cui i cantanti italiani Eros Ramazzotti e Zucchero, con l’ultimo che si rivelerà essere una fonte d’ispirazione per il cantante inglese. Inoltre, rilasciò diversi album contenenti inediti, continuando anche le sue opere di reinterpretazione di brani già esistenti come With a Little Help from My Friend, brano celebre dei Beatles.