Polemica tra i fan dei Blink-182 per la pronuncia del nome
Sembrerebbe una polemica assurda ma si sa, nel mondo del rock e della musica di polemiche ne nascono ogni giorno. Soprattutto da quando la ventata social ha permesso di dare ancor più risalto a certi fenomeni, ogni giorni si assiste a vere e proprie discussioni e polemiche, che possono essere anche positive finchè relegate nel confronto e non nell’offesa. Oggetto dell’ultima polemica tra i fan è la pronuncia esatta del nome Blink-182.
Non tanto per come si pronunci “Blink”, dal momento che non dovrebbero esserci dubbi su questo, ma per un discorso legato a centinaia, decine, unità. Insomma, come va letto il 182? C’è chi lo legge per intero, chi come 18-2, chi come 1-82, chi come 1-8-2. Non si potrebbe semplicemente accettare qualsiasi tipo di pronuncia? Assolutamente no. O, almeno, questo è quello che hanno dimostrato i fan, che hanno scatenato una vera e propria polemica negli ultimi giorni.
Il tweet di Ian Karmel sui Blink-182
Il pomo della discordia è stato gettato da Iam Karmel, autore del Late Late Show. Quello che sembrava essere un innocente tweet ha avuto, in realtà, un rimbalzo mediatico incredibile: Karmel ha chiesto a chi lo segue come pronunciasse il nome della band statunitense. Da lì sono arrivate numerosissime risposte tutte diverse tra di loro, evidenziando come la differenza risieda essenzialmente tra due diverse pronunce: quella americana e quella inglese.
“Gli inglesi li chiamano “Blink One Eight Two” (blink uno-otto-due) e non sto dicendo che è perché hanno perso la Revolutionary War, ma…“, ha chiarito lo stesso Karmel in un tweet ironico. A questo punto, alla domanda dei fan su come fosse pronunciato dagli statunitensi, la risposta è stata “Blink One-eighty two” (Blink uno – ottantadue). Ma a queste due scuole di pensiero si è aggiunto il chiarimento finale: teoricamente bisognerebbe chiamarli per intero, cioè “Blink One Hundred and Eighty Two” (Blink centottantadue).
Il chiarimento Mark Hoppus e Tom DeLonge
La polemica si è fatta così accesa che, alla fine, è stato necessario l’intervento dei pilastri della band stessa. Il primo a parlare è stato il leader Mark Hoppus, che ha però spostato l’epicentro della discussione: “Alcuni dicono one eighty two. Altri one eight two. Ma in tutto qusto, sento che abbiamo perso di vista il fatto che la B di blink dovrebbe essere minuscola”.
Poi è stata la volta di Tom DeLonge, che ha abbandonato la formazione nel 2015 e ha dichiarato: “In realtà è Blink eighteen two (Blink diciotto-due). La gente l’ha dimenticato per anni”. La cosa curiosa è che, ammettendo questa spiegazione, bisogna anche ammettere che nella polemica hanno praticamente sbagliato tutti.