I Depeche Mode, storica band musicale britannica nata a Basildon nel 1980, sono ancora oggi uno dei gruppi più influenti della storia della musica elettronica. Michael Nicholas Salvatore Bongiorno, in arte Mike Bongiorno, è invece considerato tra i padri fondatori della televisione italiana. Oggi vi racconteremo di quella volta in cui il conduttore italo-americano intervistò la band britannica: un’intervista tanto esilarante quanto imbarazzante.
Depeche Mode ospiti del programma di Mike Bongiorno “Superflash”
Tutto ebbe inizio il 17 novembre del 1983. I Depeche Mode sono ospiti di Mike Bongiorno nel suo show televisivo a premi “Superflash”, in onda su canale 5. La band, dopo aver suonato e presentato la canzone Everything Counts (rigorosamente in playback), si intrattiene in una conversazione piuttosto curiosa e a tratti imbarazzante con Mike Bongiorno.
La band capitanata da Dave Gahan, all’epoca, si trovava in Italia per pubblicizzare il loro terzo album “Construction Time Again” e, per presentarlo al meglio al pubblico italiano, scelse proprio la trasmissione di Bongiorno. I membri del gruppo, sbarbatelli e poco più che ventenni, si “esibiscono” in un impeccabile playback, ma il pezzo forte è l’intervista che segue: Mike si lascia andare in una serie di domande imbarazzanti e fuori luogo.
Rivolgendosi a Martin Lee Gore gli chiede: “Are you a girl or a boy?”. Tra risate di circostanza e imbarazzo generale, Martin sottolinea il suo essere “boy”. La domanda si rifaceva al fatto che Martin Lee Gore amava indossare indumenti femminili. Più e più volte nella sua vita il musicista ha ribadito: “Io e la mia compagna ci scambiamo i vestiti, il trucco e perfino la biancheria! Per noi le barriere sessuali non esistono, sono cose stupide senza alcun senso. Si è vero, indosso la gonna, ma non sono omosessuale. Sono stato influenzato dai club berlinesi per sadomaso e, in più, non sopporto la normalità: ho sempre considerato il concetto di virilità estremamente noioso.”
Le inopportune e imbarazzanti domande di Mike Bongiorno
Mike Bongiorno, già in quegli anni, era una colonna portante della televisione italiana, ma era anche lontano anni luce dall’universo dei Depeche Mode. Il conduttore televisivo di origini newyorkesi si soffermò prima sugli abiti dei musicisti: “voi siete così giovani, perché vi vestite di nero? È così triste.” Poi passò all’acconciatura di Andrew Fletcher: “Ecco, lui è così spaventato che ha tutti i capelli dritti: sembra Stanlio!”. Mike, non contento, continua imperterrito come se nulla fosse e inizia a chiedere delucidazioni sul nome della band: “Depeche Mode è francese e significa ‘moda pronta’, giusto? Qualcuno qui conosce il francese?”
Fenomenologia di Mike Bongiorno
L’umorismo inappropriato di Mike Bongiorno è, ormai, cosa ben nota al pubblico italiano. Il semiologo e filosofo Umberto Eco nel 1961 gli ha perfino dedicato un intero saggio: Fenomenologia di Mike Bongiorno. Il volume è considerato ancora oggi uno dei primi esempi di critica televisiva: “Mike Bongiorno rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perché chiunque si trova già al suo livello. Nessuna religione è mai stata così indulgente coi suoi fedeli. In lui si annulla la tensione tra essere e dover essere. Egli dice ai suoi adoratori: voi siete Dio, restate immoti”.
P.S. quello che stupisce davvero di questa intervista è la compostezza con cui i membri della band incassano le battute inopportune di Mike. Chapeau.